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Mussolini e la rosa nel pugno

Creato il 17 ottobre 2011 da Laventino

E’ quindi giunta l’ora del tuo necrologio o italiano “mediocre”. Apri gli occhi al cospetto del lacerante passato che continui a gettarti alle spalle. Girati e osserva la nefasta via che hai contribuito a creare. Annusa il puzzo nauseabondo delle tue finte glorie: beati dunque della maestosità di quella latrina che hai contribuito a riempire dei perbenisti cadaveri dell’arraffare, del sistemare, dell’arrangiare. Odi le voci e i continui lamenti di chi hai fatto cadere nell’oblio, e questo solo per il tuo voler stare sopra le righe, andare oltre le regole.

Aspira dunque il poco sangue buono che è in me: fallo a premio della tua ingordigia. Usa un ago infetto però, e fai si che la siringa possa costare almeno tre volte il suo valore di mercato. Appalta il mio corpo alle tue più malsane esigenze, vendilo al miglior offerte, ma non darmi in cambio la tua compassione, perché io, italiano “medio”, conserverò per sempre la mia dignità e con quella vorrei morire, preferibilmente in pace. Concedimi questo lusso che farà di me un uomo migliore e di te un satanico individuo.

Tre decadi di vita ti ho concesso e forse altrettante me ne concederà il supremo, e allora ricorda il mio sfogo, o essere “mediocre”, perché le mie e le altrui braccia non daranno più manforte alla bonifica della tua anima. Ora sei solo! Solo con te stesso e con la tua coscienza: ammesso che tu abbia compreso di cosa sto parlando. No, non continuare nel tuo metaforico gesticolare, non cercarla tra le chiavi della Porsche, lo scudato conto in banca, o gli Hedge Funds che stupidamente continuiamo a tenere in vita; perché li nulla troverai! Va dunque a giocare coi tuoi simili, a portare, come al tuo solito, orrore e sventura nel quotidiano di famiglie, piccole imprese, persone per bene. Va, ti è concesso, ma rammenta che anche una mano immacolata, può tingersi infine di rosso vermiglio.

Allenta la stretta, lascia cadere quella rosa che tieni nel pugno, perché di acuminate spine è ahimè ricoperta. Non farti ragione del loro numero o grandezza, ma concediti udienza nel vederne il nefasto risultato. Bene, ora sanguini anche tu! Sei alla fine, o “mediocre” individuo. E smettila con la corsa alla medicazione: impara piuttosto a valutare prima ancora di fare, perché il male del Paese non si può di certo risolvere ricorrendo a ritrovate iniezioni di fiducia o a presunti “immuni” scambi di favori. Apri gli occhi, perché l’Olimpo della tua non gloria, unico luogo in cui potrai ergerti a re e suddito di te stesso, non ha più senso d’esistere.

O italico essere dalle sembianze di partito, per via della insaziabile ingordigia, finirai vittima di mille sberleffi, eppure io canto alla tua infausta esistenza, perché questo è ciò che chiedi, perché questo è ciò che meriti. Sei nato storto o essere “mediocresei presente fuori quanto dentro le etichette di genere, credo, parte politica: eterno Davide della massima ignoranza, ti bei di una epica vittoria al cospetto di un Golia ormai vecchio, orbo, sfiancato e rattristato per il tuo continuo argomentare, senza mai procedere al dunque.

Vinci le tue ridicole battaglie a mani basse, a suon di parole, felicitandoti allo specchio senza mai guardarti veramente in faccia. Ma può esistere vittoria senza conquista? C’è riscatto senza presa di coscienza? No, caro italico individuo, tu abbatti le speranze dei tuoi avversari a suon di parlantina. Peccato che il magico chiacchiericcio di cui tanto ti bei, il tuo volere sempre e solo andare avanti a testa bassa, non sia altro che un diversivo per evitare che qualcuno possa chiederti di volgere lo sguardo verso ciò che realmente sei, che hai seminato, e soprattutto che hai contribuito a distruggere: un intero Popolo, che fino a prova contraria è una sola Nazione!

E allora, essere immorale, surrogato d’un finto stereotipo d’uomo, nemmeno io lo farò, nemmeno io ti chiederò in simile sforzo, “e guardami in faccia mentre ti parlo”, perché questa è l’Italia che hai contribuito a seppellire; ma rammenta, questa è la stessa Italia che a 150 anni dalla sua nascita, ti seppellirà: e lo farà per sempre!


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