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Mutantropia e Devianza Sociale

Creato il 03 marzo 2013 da Sinesthesys

Ci chiede Vito di parlare di un argomento estremamente interessante, ovvero lo sfruttamento che un non meglio definito "sistema" eserciterebbe nei confronti dei mutantropi. Verrebbe da chiedersi quali, dal momento che fra i commenti al post si parlava di devianza sociale e comunque la mutantropia �è pratica molto diffusa fra gli esseri umani. A meno che non si supponga che il "sistema" sfrutti tutte le categorie, mutantropi, devianti e immobilisti compresi. In effetti le cose stanno proprio così: il sistema sociale, per la sua sussistenza, ha bisogno del supporto di tutti i suoi membri, che tendono a dividersi fra sfruttatori, sfruttati e outsider. È anche vero però che così si rischia di generalizzare su fattispecie molto diverse fra loro, soprattutto per quanto riguarda i rapporti fra mutantropia e devianza. 

Cominciamo affermando che le due categorie sono assolutamente indipendenti: i devianti non sono necessariamente mutantropi come i mutantropi solo in pochi casi sono devianti, quali? Il dizionario della lingua italiana definisce la devianza come il "comportamento proprio di chi rifiuta le norme e le consuetudini comunemente accettate". In quest'accezione, ne distinguiamo tre categorie: 

- d. di origine genetico-fisica: handicap, mutazioni o deformazioni fisiche, a cui seguono emarginazione e rifiuto delle comuni norme sociali
- d. da disagio psichico: sensibilità esasperata, malattia mentale, uso di droghe, che portano ad ignorare (più che ad allontanarsi da) le suddette norme 
- d. mutantropica: quasi mai evolutiva, come avviene nelle società oppressive-oscurantiste, mentre nelle moderne libertarie è quasi sempre egotica e/o osnoblotica, spesso le due facce della stessa medaglia 

Nella realtà dei fatti i tre tipi di devianza non si escludono, è infatti esperienza comune vederne determinati aspetti, in misura maggiore o minore, presenti nello stesso soggetto. Un esempio archetipico potrebbe essere il ragazzino con difetti logopedici (origine fisica), che per disagio diventa fumatore di hashish (aggiungendo disagio psichico), per poi fare l'alternativo in un centro sociale o diventare un cosiddetto punkabbestia (gesti mutantropici). Tale sovrapposizione avviene anche perché le tre categorie non sono perfettamente omogenee, poiché le prime due si distinguono solo per la causa scatenante, diversa ma di un fenomeno comune: il disagio nei confronti delle norme sociali vissute come imposte e ingiuste, ovvero come "colpevoli", responsabili "esterne" del disagio stesso. Insomma si tratterebbe di una devianza eterodotta, al contrario del terzo tipo, quella mutantropica, come tale autoindotta (ricordiamo che è mutantropico quel cambiamento volontario percepito come portatore di vantaggio). Dal nostro punto di vista, quindi, distinguiamo solo due tipi di devianza: quella eterodotta e quella autoindotta, o mutantropica. 

Nella gran maggior parte dei casi si tratta di mutantropia egotica: il soggetto in questione si decide all'atto mutantropico per errata o esagerata percezione del proprio io (percezione che potrebbe anche avere cause eterodotte, tipicamente dalle correnti di pensiero che invitano ad "apprezzare" se stessi). Se il gesto mutantropico-egotico è conformista si ha mutantropia del primo tipo, o osnoblotico-borghese, mentre se esso è solo egotico possono arrivare a presentarsi casi di devianza: attori, rockstar, giornalisti o vip dagli atteggiamenti bizzarri e dalle opinioni "forti" o antisociali. Ovviamente la società nel suo complesso, il cosiddetto "sistema" (per usare il termine di Vito), a seconda della cultura condivisa fra i suoi membri, più o meno progressista ovvero più o meno all'insegna di una certa apertura mentale, deve venire a patti con tali personalità, che hanno la tendenza a minarne i valori ed esercitare un certo influenzamento specie sui giovani. In Iran, ad esempio, simili personaggi vengono condannati a morte, mentre nei sistemi capitalisti moderni la tendenza è quella di tollerarli finché vengono percepiti come utili, ovvero portatori di denaro. Questo perché tale sistema incoraggia qualunque manifestazione della personalità, anche quelle più estreme, finché questa si rivela fonte di reddito, in mancanza del quale la personalità verrebbe immediatamente sanzionata, o confinata nelle istituzioni totali ad essa deputate: case di cura, ospedali psichiatrici, carcere.

Non è sempre stato così per tutte le "manifestazioni di personalità deviante". Celebre la reazione che la società americana ebbe nei confronti delle star del Rock'n'Roll alla fine degli anni 50, quando queste furono boicottate dall'industria discografica, vessate senza pietà dal fisco, costrette ad espatriare e anche vittime di incidenti misteriosi, quando non delle loro stesse abitudini diciamo poco salubri. In seguito, anche per l'incredibile successo che il genere musicale, rielaborato come Beat, conobbe dall'altra parte dell'Atlantico, la stessa America si decise a tollerarle, anche perché non così diverse dai più� conosciuti attori, showman o altre personalità dello spettacolo e dell'imprenditoria. Nondimeno ogni sistema di potere in linea di principio non tollera il deviante. Costui mina i suoi stessi presupposti, ovvero il controllo sociale - leggi osnoblosi - costringendolo a moltiplicare gli sforzi - leggi spese - per mantenerli validi. Ecco perché di finta tolleranza si tratta, ipocrita e osnoblotica, che si regge in piedi solo se motivata da lauti guadagni, valore assoluto e indiscutibile in regime capitalista, che nel suo nome arriva a comprendere anche forme veniali di quella particolare devianza che è la criminalità (si veda il caso italiano di Berlusconi).  

Quali sono però i limiti di tale ipocrisia? Beh, uno si è già visto: la redditività del mutantropo deviante. L'altro è la misura della sua devianza: atteggiamenti fortemente criminali, che rechino pericolo o danno a membri della collettività o fortemente sovversivi, tendono ad essere immediatamente sanzionati. L'ego fuori controllo è un pessimo esempio che non viene perdonato, ma solo tollerato finché si mantiene entro i limiti non scritti e sempre mutevoli della morale corrente, degli usi e dei costumi imposti. Certo, perché è capitato spesso che devianti del passato, che in vita hanno subito ogni angheria, vengono indicati post mortem come esempi e/o pietre miliari dell'evoluzione morale della società (vedasi Oscar Wilde, deviante eterodotto da una società oscurantista, per sensibilità estrema unita a intelligenza fuori dal comune).

Quando il personaggio di successo, più o meno mutantropo e più o meno deviante, commette un'infrazione giudicata grave a uno dei limiti sopraesposti, cioè cade in disgrazia o il suo ego fuori controllo indugia in atteggiamenti antisociali, ecco il fenomeno del sacrificio in una delle seguenti forme: diffamazione mediatica, mobbing fra pari (fino all'uscita di scena), imprigionamento in istituzione totale, avvelenamento da alcool e droghe che sfocia nella seminfermità mentale, quando non nella morte fisica più o meno indotta. Insomma l'eliminazione sociale della devianza o fisica del deviante.

Il sistema appena descritto è tanto allucinante per noi quanto normale per la percezione comune. Ad esso contrapponiamo l'universo di valori della Sinestesi, che non permette e/o non premia atteggiamenti egotici. L'artista egotico tipico della modernità semplicemente non fa Sinestesi, ne è escluso per sua stessa natura, poiché solo chi ha raggiunto un certo stato di coscienza ne condivide modi e fini. La nostra teorizzazione, secondo noi evidenza insita nelle cose, in ogni caso può risultare utilissima anche per l'artista egotico che, per una volta, potrebbe farsi fruitore e approfittare dell'autoesame che la Sinestesopera impone. Come si consigliava, assolutamente inascoltati, all'uomo Roberto Formigoni (nel frattempo sprofondato in ulteriori abissi di ridicolo e abiezione), di certo una Sinestesopera favorirebbe quel processo mutantrogenico di cui tanto avrebbe bisogno... umanamente parlando. Socialmente invece, il deviante in quanto criminale veniale (ma bada bene: non mutantropo!) Roberto Formigoni, ha rinforzato la propria posizione di potere niente di meno che in seno al Senato della Repubblica. 

Grazie Italia! uno così non lo si sacrifica, eh? :)

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