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Mutazioni

Da Alice
Ci sono persone con le quali ho trascorso fianco a fianco cinque lunghissimi e difficili anni, nel pieno dell'adolescenza, negli stessi banchi, nelle stesse aule. Persone alle quali ho fatto confidenze, con le quali ho scherzato, mi sono confrontata, ho affrontato momenti belli e brutti. Con l'università fino a un certo punto ho continuato a vedere queste persone e ancora adesso, saltuariamente, c'è qualche rimpatriata, anche se le occasioni diminuiscono a vista d'occhio. Però è sconvolgente rendermi conto di come, aprendo Facebook, mi sembrino tutti estranei; persone con le quali prima avevo tutto in comune, adesso mi sembra di non conoscerle. Ricordo quando andavamo al mercato a comprarci le maglie o i vestiti per le cene di classe, oppure quando snobbavamo i nostri compagni che andavano in discoteca e invece noi facevamo pigiama party fino a sfinirci. Adesso quello che conta è collezionare fotografie da mettere su Facebook di gente avvinghiata in locali bui, rigorosamente con drink e bibite in mano; contano solo più i vestiti firmati, perché la firma sta a significare che vali qualcosa; se dopo la pizzeria non si spendono almeno 20 euro per andare in qualche locale pieno di uomini di mezza età sessualmente provati e tipi che se la tirano, beh allora non vale la pena uscire. Se non vai a ballare o non stai sveglio tutti i sabati sera fino alle 4 del mattino, vuol dire che tu non ti sai proprio godere la vita e stai sprecando inutilmente gli anni migliori. E soprattutto, se non ti distruggi il fegato con gli alcolici o comunque non ti ubriachi almeno una volta a settimana, vuole dire che hai fallito miseramente su tutta la linea e, mi spiace, ma continui a non essere nessuno.
A me, l'anonimato e la semplicità piacciono. Sono cresciuta, ma in fondo sono sempre la stessa che, quando ne ha l'occasione, si compra i vestiti al mercato e risparmia i soldi per i libri o un cinema in compagnia. E sto bene con me stessa, non ho complessi di inferiorità se non ho una borsa di Prada.

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