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Muti alla Camera

Creato il 22 marzo 2011 da Nonzittitelarte

ansa_6031011_03200LA ‘LECTIO MAGISTRALIS’ DI RICCARDO MUTI

(AGI) – Roma, 21 “Siamo nelle vostre mani, aspetto una risposta in questi giorni: l’Italia ha inventato le note, il teatro, la grande musica, non vorrei che i nostri predecessori ci maledicessero…”. Riccardo Muti, dopo aver diretto il ‘Nabucco’ di Verdi con l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma nell’aula di Montecitorio, posa la bacchetta, impugna il microfono per un intervento appassionato, ironico ma anche duro, di fatto una vera e propria ‘lectio’ con la quale torna a chiedere alle istituzioni di fermare i tagli e ricominciare con “una nuova primavera” della cultura in Italia. “Il presidente Fini ha detto alcune parole che avrei detto anche io”, esordisce Muti riferendosi a quanto detto poco prima dal presidente della Camera sulla ‘disattenzione’ delle istituzioni verso la cultura. “Non vorrei apparire stucchevole e ripetere sempre le stesse cose – dice – e mi pare anche poco fine e volgare approfittare di una occasione come questa per fare delle lamentele. Ma io sono spesso in giro per il mondo e so che la nostra Italia e’ un paese amato per quello che ha rappresentato, per quello che rappresenta e che puo’ rappresentare nel futuro. Ma questo e’ possibile solo se noi manteniamo la nostra identita’ e la nostra identita’ e la nsotra identita’ e’ la nostra cultura”. Muti cita Puccini e Tiziano, Antonello da Messina e Verdi, ricorda con orgoglio che “siamo il paese che ha inventato le note, il teatro, la musica cameristica e tanto altro. Pensate a Stradivari o ad Amati e ricordatevi che Paisiello era l’unico che poteva stare a tavola con Napoleone. Non so se questo fosse un bene o un male ma figuratevi l’onore…”. Insomma, aggiunge, “abbiamo una responsabilita’, anche nei confronti dei nostri predecessori e non vorrei che ci maledicessero in eterno”. “Oggi e’ il 21 marzo, il mondo e’ in fiamme – conclude – ma e’ l’inizio della primavera. Alla politica rivolgo una domanda: puo’ essere questo primo giorno di primavera il primo giorno di una nuova primavera della cultura in Italia? Non vorrei che apparissimo come questuanti davanti ad una Chiesa – conclude Muti il cui discorso e’ stato applaudito varie volte – ma mi aspetto una risposta”. La scena finale e’ Gianfranco Fini che scende dal suo banco nell’emiciclo per stringere la mano a Muti. Ma con il Maestro la conversazione prosegue, nella sala dei ministri a Montecitorio, per le congratulazioni insieme agli altri ospiti della giornata e, tra questi, Gianni Letta. (AGI) Nic

Muti alla Camera
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