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Mutui: è ancora conveniente il tasso variabile?

Da Mondozio

Mutui: è ancora conveniente il tasso variabile?Il segnale è arrivato. La stagione dei tassi fermi all’1% sembra ormai archiviata e l’avvio di una stretta monetaria sarà possibile già ad aprile. Il mercato del resto l’aveva già messo in conto e molti operatori stimano due rialzi da 0,25% nel corso del 2011. Ovvio che l’inizio di un rialzo del costo del denaro, inchiodato a livelli storicamente assai bassi, impatti sul mercato dei mutui.
Il tasso euribor a tre mesi, quello cui sono legati la gran parte dei mutui variabili, aveva cominciato già con l’estate scorsa a risalire e ora oscilla intorno all’1,2%. Poca cosa a vederla così, ma solo pochi mesi quotava circa la metà. E qualsiasi mutuatario sa quanto l’Euribor possa oscillare violentemente.

Sono passati meno di tre anni, ma sembra un secolo, quando il tasso Euribor a tre mesi toccò nell’autunno del 2008 il livello record del 5,3%, superando addirittura il livello dell’Irs, il tasso cui sono agganciati i mutui fissi. Accadrà come allora? Con ondate di travaso di mutui da un tasso all’altro? Basti pensare che nell’ultimo trimestre del 2010, il 70% dei nuovi mutui erano a tasso variabile. Nell’autunno del 2008 con l’impennata dell’Euribor il panorama era diametralmente opposto con due terzi dei prestiti per l’acquisto delle abitazioni sotto l’egida della rata fissa. E, così, la tentazione di non farsi trovare esposti a repentini aumenti di rata rischia di indurre la grande fuga verso il fisso. Ovvio che la tentazione sia forte e che ci sia della logica in tutto ciò.

A oggi la differenza di spread tra un variabile e un fisso si aggira in media nell’ordine del 2,5%. Ovviamente a favore del variabile che paga meno interessi. Quel 2,5% sembra poca cosa ma su un mutuo a 20 anni di 150mila euro, il fisso oggi paga 990 euro di rata mensile, il variabile si ferma a 795. Duecento euro in meno, il 20% in meno. Certo, quel vantaggio se l’Euribor si reimpennasse violentemente, come nel 2008, verrebbe eroso in un attimo. Ma margini ancora ce ne sono. L’aumento fino a un 2% in più dell’euribor, tale da portarlo al 3%, renderebbe il variabile ancora tutto sommato conveniente. (Sole 24)

 


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