Ci sono no, quei momenti?
Sai, no?
In cui la stanchezza è talmente tanta che mantenere il sangue freddo è faticoso.
In cui vorresti solo avere tempo: più tempo per andare a cena con le tue migliori amiche, quella manciata di minuti in più per dormire al mattino, quella svagonata di secondi in più per radunare le idee, scrivere, e razionalizzare. o solo per sederti con calma e gustare la cena con il tuo +1, detto anche Amore, che sempre con calma, sei riuscita a preparare senza più pensare a pensieri lanciati nell’atmosfera alla velocità di un razzo fotonico sparato nell’universo.
Tra scatole del trasloco che non finiscono mai – più sistemo, più compaiono magicamente kili di vestiti, quintali di scarpe e tonnellate di pentole. Per non parlare dei libri. Oh i libri: ogni libro che mi capita tra le mani lo metto da parte, perché penso ” voglio rileggerlo”. Oppure ” voglio provare a fare questa ricetta”. Morale abbiamo libri sparsi ovunque.
Ci sono mille cose che vorrei fare e alla sera mi trovo con una stanchezza talmente immensa da non riuscire più a far quadrare la famosa quadra, trovandomi inebetita davanti a un sugo di pomodori e funghi, mentre aspetto che cuocia la pasta. Il tutto alle ore 23.30 circa.
Poi però: però capisci che sta aprendosi un nuovo scenario di Vita. Capisci che sei nel mezzo del cambiamento e tutto assume contorni magici. Capisci che sei nel mezzo della creazione di qualcosa di fondamentale, che fa rima con futuro e strizza l’occhio a parametri ancestrali come Famiglia, Amore, Costruzione.
Ti svegli al mattino e un nuovo scenario, un nuovo quartiere è pronto ad accoglierti, con le mille luci, con le mille emozioni, cine gli innumerevoli sapori, profumi e odori che veleggiano nell’aria, tra un Sole pallido di autunno, , un clacson di macchina e fogliame dorato.
Fa un po’ paura, perché tutto ciò che non si conosce lo fa. E quindi bisogna scoprire, imparare ad osservare di nuovo, fissare punti, nuovi orientamenti, creare una bussola che sappia sempre riportarti a casa. Tratteggiare con cura e segnare in rosso dove c’è la nuova farmacia, il supermercato, la drogheria. Memorizzare lavaggio della strada e il giorno del mercato. Sorprendersi per la vicinanza con Paolo Sarpi e ricordarsi della nostra dipendenza imbarazzante ai dim sum. Gioirne. Perché nelle sere d’inverno, con cieli che promettono neve, è bello camminare fino a trovare un ristoro di ravioli caldi al vapore e involtini primavera. Il fioraio di fronte a portone. La pasticceria all’angolo. Il tram che mi porterà direttamente in ufficio.
Il custode – farselo amico, visto la mia totale negligenza nel separare i rifiuti. I nuovi vicini di casa. Riempire la casa di profumi – il nostro profumo. Scoprire che proprio dietro casa c’è un ristorante che appena varchi la sogna sembra di stare nella nostra amata Alta Badia.
Appendere quadri, spostare mobili, far partire il riscaldamento. Sistemare i balconi.
E così, la Vita va. Ed è tutto lineare, semplice, e magico, ricordiamoci la magia di tutte queste piccole delicatezze che dobbiamo obbligarci a non trascurare durante il ritmo frenetico di questa danza metropolitana.
Io Cucino. Facciamo risotti, dahl e torte. Trovo il mio conforto aspettando la sera, osservando dalla finestra le luci calde dei ballatoi di fronte.
Il qui e ora. L’adesso e sempre. Freeze.
Questa volta parliamo di conforto cucinando con i colori: Un risotto alla barbabietola. Che sa di Cornovaglia, che sa di rosmarino. Che ho deciso di mantecare con un taleggio affumicato, un po’ speciale. E con il rosmarino, che ne vorrei a bouquet.
500g di piccole barbabietole organiche
100 gr di zucca
1 ltr di succo di barbabietola / in alternativa brodo vegetale.
400g di riso acquarello
120g di parmigiano reggiano Gratuggiato
120 g di burro salato
1 cipolla tagliata a tocchi
1 ramo di rosmarino
75g di noci tagliate
200 gr di taleggio
Olio EVO
( su ricetta di David Symons, chef del Ristorante Black Rock di St Ives)
Tagliare le barbabietole a tocchi. Far soffriggere la cipolla con l’olio, aggiungere la barbabietola la zucca e il riso, farli tostare e poi coprire tutto con il succo di barbabietola, usandolo come se fosse brodo. Aggiungere il parmigiano e il burro, in progressione, durante la cottura.
Verso fine cottura aggiungere il taleggio e le noci.