Magazine Diario personale

My generation

Da V

La mia generazione è quella che non deve chiedere. Mai. Non deve chiedere perchè tutto le è dato,le è  dovuto. Non abbiamo mai lottato,mai desiderato l’ideale,ma solo il materiale. Non conosce il sacrificio,se non quello altrui,non conosce se stessa,ma sa come deve apparire agli occhi degli altri. La mia generazione ha gli strumenti,ma non la testa per usarli;ha sogni,ma sono troppo piccoli;ha la libertà,ma la usa per mostrare il proprio bel faccino al mondo di Internet.

La mia generazione è quella degli smartphone,dei social network,dello sharing compulsivo,delle fashion blogger,delle app,ma è anche quella che,in troppi casi, ignora la lingua più cool del momento:l’inglese.

La mia generazione ha un insensato e smodato odio per il congiuntivo.

La mia generazione corre veloce,senza sapere dove andare. Si guarda intorno,rimirando il proprio riflesso nelle vetrine,cercandolo nello sguardo degli altri. Corre con il naso all’insù. Non vede gli ostacoli,non vede il futuro,non vede la strada.

La mia gerazione è una generazione ottusamente felice. Ride. Ride. Ride. Non conosce destra o sinistra,conosce la moda del momento. Mostra la fragile sicurezza di chi è cresciuto al riparo dalla realtà,è spavalda ed impudente. La mia generazione ha testato la propria forza solo hai videogiochi.

Non sa porsi domande difficili.

È la generazione dell’uguaglianza. Stessi vestiti,stesso taglio di capelli,stessa musica,stessi pensieri.

La mia generazione non viene ascoltata. Non ha nulla da dire.

Ma, ehi “I’m not trying to cause a b-big s-s-sensation (Talkin’ ’bout my generation)
I’m just talkin’ ’bout my g-g-generation (Talkin’ ’bout my generation)”

V.


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