“I hope I die before I get old “… spero di morire prima di diventare vecchio.
Era il 1965 quando The Who scrissero un inno generazionale, “My Generation”.
Per l’esattezza era il 28 ottobre, ben 45 anni fa, quando terminarono le registrazioni del terzo singolo del gruppo.
Non voglio ripercorrere la storia della band, più volte presente nei mie spazi in rete, ma evidenziare che Pete Townshend, Roger Daltrey, Keith Moon e John Entwistle, hanno percorso un lungo cammino, a dispetto del loro dichiarato, indecente e provocatorio proposito iniziale.
Keith e John si sono fermati a precedenti tappe temporali, ma continuano a vivere con noi che li abbiamo sempre e incondizionatamente amati. Di certo non avrebbero mai potuto pensare che ciò che stavano per far nascere avrebbe di fatto negato quel pensiero primitivo, perché attraverso la musica, e che musica, hanno trovato il modo per diventare immortali.
Esagerazioni? Luoghi comuni?
Ho iniziato ad ascoltare “Substitute” a otto anni, e ancora lo ascolto. Corro con le cuffiette dell’Ipod e “Who’s Next” non mi abbandona mai e ogni volta che sento il bisogno di energia pura cerco sul tubo “Magic Bus”, versione Royal Albert Hall, anno 2000.
Anche io mi sento parte di quella “Generation”, anche se non ho mai conosciuto quel tipo di trasgressione, e sono felice di ricordare questa sorta di anniversario.
Chissà se Pete e Roger hanno avuto lo stesso pensiero!