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Lo ha scritto nella prefazione al libro Il mio grande Squalo Bianco, My Great White, che Sabatini ha scritto, prodotto, stampato e che distribuisce personalmente stile “ciclimprop” degli anni ’60. Un libro essenzialmente fotografico che descrive “L’incontro con l’ultimo predatore degli Oceani” in poco meno di cento pagine con brevi testi, anche in inglese, frutto delle sei spedizioni che ha compiuto in Sud Africa negli ultimi due anni.
È distribuito, per modo di dire, oltre che ovviamente nella libreria Il Mare, nella libreria Mondadori di Frascati e in quella del Museo Civico di Zoologia.
Remo è un imprenditore romano, ha 46 anni, da sempre, da quando aveva i pantaloni corti, appassionato del mondo degli squali che ha maturato negli ultimi anni la necessità di toccare con mano ciò che aveva sempre letto nei libri o visto al cinema, di vedere il Grande Squalo Bianco nel suo ambiente naturale, in mezzo all’Oceano. E pensare che soltanto tre anni fa acquista la sua prima Canon e impara ad usarla, con eccellenti risultati vedendo le fotografie che ha pubblicato. “Il libro non può e non vuole essere una risposta a tutte le curiosità anche false che girano intorno al mondi degli squali, scrive nella sua introduzione giustificando il suo straordinario impegno, vuole essere la fotografia di una emozione, di un sogno che sa di sale, di mare, di forza e di denti…, dell’eterna lotta per la sopravvivenza del più misterioso e affascinante predatore degli oceani.”
La boccuccia del My Great White
E per “toccarli con mano” ha naturalmente scelto il Sud Africa dove si assiste a fenomeno unico riscontrato solo in questa zona del pianeta, una vera e propria attrazione turistica: gli squali che volano, a Seal Island, vicino a Città del Capo. Con agilità insospettabile gli squali si lanciano fuori dall’acqua per afferrare al volo le otarie che popolano quelle acque, soprattutto nei mesi estivi, da maggio a settembre quando i giovani di otaria abbandonano i rifugi sicuri vicino alla costa per iniziare a cacciare il pesce.
“Fanno salti fino a 3 m fuori dall’acqua come dimostra la fotografia che apre il servizio, racconta Remo, e lo scatto l’ho potuto fare simulando la tecnica predatoria dello squalo bianco, ovvero con una sorta di pesca alla traina usando come esca una piccola sagoma simile a una otaria. Lo squalo risponde a questo tipo di sollecitazione, partecipa al gioco come se fosse una sorta di allenamento, pur sapendo che non è una vera otaria. Infatti contrariamente a ciò che si pensa lo squalo bianco è un animale molto intelligente. Comunque, conclude Sabatini ancora emozionato, ho avuto molta pazienza e soprattutto sono stato fortunato nel realizzare quella spettacolare fotografia.”
Remo Sabatini con Giulia D’Angelo a bordo della Giorgio Cini, la nave scuola della GdF, a Gaeta in occasione della manifestazione Libridimare Libridamare durante lo Yacht Med Festival.
Lo “spettacolo” è visibile in modo particolare a False Bay, la baia naturale sotto Cape Town, gli esemplari che si attestano in modo stanziale vicino alla baia sono femmine, non si sa per quale motivo ma i maschi più grandi preferiscono percorrere le distanze tra una baia e l’altra e cacciare in mari più aperti. Pare che i gruppi di squali riescano a ritrovare la strada per la baia risalendo ai rumori delle grosse catene che tengono ancorate delle grandi boe per petroliere.
Chris Fallows, fotografo naturalista di grande esperienza, è lo scopritore degli Air Jaws (letteralmente mascelle volanti) delle False Bay, il volo dello squalo bianco che preda le Otarie orsine del Capo e i suoi documentari della saga Air Jaws hanno fatto storia. Seal Island è un piccolo isolotto a poche miglia dalla costa in mezzo alle False Bay. È popolato da più di cinquantamila Otarie orsine, di Pinguini del Capo e di stormi infiniti di Albatros, Cormorani del Capo, Sule, Gabbiani, tutti tipici di quelle latitudini. I cuccioli delle otarie si tuffano incessantemente tra le onde giocando con la risacca, mentre i grandi Squali Bianchi pattugliano il mare circostante sempre pronti ad approfittare di qualsiasi occasione si presenti per procurarsi il pasto.
Il Grande Squalo Bianco, Carcharodon carcharias, arriva a sette metri per tre tonnellate di peso, ha qualche annetto, più di quattrocento milioni, ma non li dimostra… È più vecchio dei dinosauri, è arrivato praticamente immutato nell’aspetto ai giorni nostri, molte popolazioni antiche lo veneravano come un dio, ma l’uomo moderno ha cominciato a sterminarlo credendolo un demone, e lo sterminio continua ancora, tanto che lo squalo è a rischio di estinzione per la pesca incontrollata e per la criminale richiesta delle sue pinne che finiscono nei ristoranti nella preparazione di zuppe !
Le fauci dello Squalo Bianco sono famose per il fenomeno della protrusione. La mascella, quando attacca, si protrae scattando in avanti permettendo di tagliare grosse porzioni di carne della preda. Questo perché non è strettamente legata la cranio, così, mentre la mascella inferiore tiene ferma la vittima, quella superiore taglia bocconi enormi che dissanguandola in pochi minuti. I suoi denti non sono fissati negli alveoli con le radici, ma solo impiantati nelle gengive, per questo la rottura o la perdita di uno o più denti non sono un problema: in poco tempo saranno sostituiti! ecc. ecc. ecc.
L’argomento vi ha appassionati? Volete saperne di più? Volete subito organizzare un viaggetto all’eternità dell’Africa armati della vostra camera professionale e non?
Venite a trovarci in libreria oppure visitate il sito di Remo Sabatini www.sharkon.it
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