Volevo scendere in campo per difendere la buonissima qualità di scarpe e borse di alcune Maison francesi come Louis Vuitton (che secondo Report si affiderebbe a laboratori cinesi), Ungaro e Dior.
Volevo comunque spezzare una lancia in favore di alcuni marchi nostrani come Prada e Gucci, benché la mia esperienza personale sia stata un po’ meno soddisfacente dal punto di vista di qualità e buona riuscita.
Ma mi sono detta che, in fondo, non ne vale la pena.
E così, invece di scrivere un post impegnato che non sarebbe da me, sono andata nella mia cabina armadio a compiere il rituale semestrale del cambio di stagione delle scarpe.
Perché nessun reportage avrà mai il potere di dissacrare completamente gli oggetti di culto di una ragazza frivola, e nessun giornalista pedante potrà mai farci smettere di desiderare una Manolo, o di sognare la mitica suola scarlatta di una Louboutin.