Magazine Cultura

My Name Is Stain ha il ritmo degli Shaka Ponk

Creato il 21 aprile 2013 da Mikdarko
Il termine "Shaka" deriva da "Shākyamuni", ossia dal nome sanscrito del Buddha; originariamente infatti l'idea era quella di formare una band buddhista con uno spirito metal. Inoltre è un riferimento allo "shake" (in italiano, scuotere) delle percussioni. Il termine "Ponk" sottolinea invece il carattere punk del gruppo ed è anche il nome di una tribù di nativi americani.
My Name Is Stain ha il ritmo degli Shaka Ponk
Quando sentiamo una canzone a ripetizione, proposta ovunque dalle radio alla tv, passando per Internet, viene spontaneo pensare che sia un brano nuovo ma ultimamente ci stiamo abituando ad una nuova tendenza ossia quella di canzoni che rimangono nell’oblio per qualche mese per poi essere rispolverate grazie ad una scintilla che le fa diventare un successone. Questa sembra la premessa adatta per “My Name is Stain” degli Shaka Ponk, un brano molto ritmato, un singolo trascinante che seppur sia stato pubblicato lo scorso anno sta diventando un vero e proprio tormentone di recente. Gli Shaka Ponk sono un gruppo electro-rock francese nati nel 2004. Nel 2011 hanno dato alle stampe il terzo disco dal titolo “The Geeks and The Jerkin’ Socks” al cui interno si trova proprio il trascinante singolo “My Name is Stain”. Gli Shaka Ponk spesso sono conosciuti anche con l’abbreviazione SHK PNK e attualmente si compongono di ben sette membri. La loro musica è l’emblema dell‘ibrido: il rock si fonde con il funk e l’hip hop ma quello che più diviene evidente è la mescolanza delle diverse lingue utilizzate, dall’inglese passando al francese toccando l’esperanto e lo spagnolo. 
Gli Shaka Ponk sembrano essere un mix coloratissimo di gusti e tendenze musicali. D’altra parte l’intento dei fondatori della band era quella di formare un gruppo buddhista con uno spirito metal.
I contrasti piacciono proprio moltissimo agli Shaka Ponk. 

Il successo di “My Name is Stain” è capibile fin dal primo ascolto, è un brano allegro e divertente, trascinante, senza volontà di essere né profondo né tanto meno complicato. Un brano sempre sul filo del rasoio di ciò che è lecito poter inserire in un testo e di ciò che non lo è. Le radio italiane sembrano aver apprezzato molto questa ventata d’allegria portata dagli Shaka Ponk e il brano è fra i più trasmessi, costantemente presente in rotazione radiofonica. Un tormentone divertente ma nello stesso tempo pungente.  D’altra parte definizione di “tormentone” vuole essere qualcosa di ossessivo, proposto in ripetizione continua. Basta leggere i commenti pubblicati dagli internauti del video di “My Name is Stain” per capire che il brano è già un vero e proprio mantra.
Fonte: http://www.melodicamente.com

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :