My spring wish list. (Con drammatica cronistoria dell’acquisto di una limited edition su Topshop)

Creato il 16 febbraio 2012 da Missbailing
Pubblicato il 16 febbraio 2012 da Bailing

Siamo ancora in pieno disgelo e pare che marzo sarà uno dei più freddi a memoria d’uomo, ma bisogna comunque guardare avanti a cominciare a fare il punto sugli acquisti di primavera.

Io vorrei:

- Un paio di c.d. cropped pants (non i famigerati Capri a metà polpaccio però… di quelli ne ho avuto abbastanza 10 anni fa!). Questi nel collage, con lunghezza perfetta poco al di sopra del malleolo, sono di Max Mara ma mi accontenterò sicuramente di qualcosa di più cheap. L’importante è il colore. I miei cropped pants devono essere di un pallido rosa cipria, o come si dice ques’anno nude: li ho visti in sogno abbinati alla mia casacca violacea di Marni e sono settimane che setaccio la Rete invano. Se li avvistate da qualche parte, ve ne prego, fate un fischio!

- Un paio di ballerine Repetto di un colore insensato: arancione, giallo, viola, turchese o magari lilla.

- Un capo della collezione di Mary Katrantzou per TopShop (amica Ottavia sappi che è solo colpa tua!) che esce domani. E speriamo che sia in vendita anche online altrimenti la prenderò molto, ma molto male!

- Una borsa nuova. Non vi voglio tediare più di tanto con i miei colpi di fulmine vecchi e nuovi. Tanto ormai sapete che sono una donna poco affidabile, che non riesco a tenere fede ai miei buoni propositi e che ho le mani irrimediabilmente bucate.

Oggi come oggi le mie due prime scelte sarebbero la Bayswater di Mulberry nel colore fudge (ma anche il giallo intenso mi intriga parecchio) e la Boxer bag di Reed Krakoff in una delle versioni color block.

Ah… quasi me ne dimenticavo! Vorrei anche un paio di pezzi della nuova collezione di Cherry Blossom Girl pour Etam. E’ ispirata alle eroine del cinema e una delle 3 linee è dedicata a Lux, protagonista de “Il giardino delle vergini suicide” (uno dei miei film preferiti di sempre, tratto da uno dei miei romanzi preferiti di sempre!).

Aggiornamento del 17/02:

Ce l’ho fatta! Sono riuscita a comprare la malefica blusa di Mary Katrantzou! Sono invecchiata di 10 anni per le tribolazioni legate all’acquisto ma ce l’ho fatta!

Ecco la logorroica cronistoria di come ci sono riuscita:
Mi sveglio un’ora prima del solito e chiedo al Signor G., che sta scendendo a fare colazione, di portarmi il mio laptop. Con gli occhi ancora semichiusi digito il link “tanto la vendita non sarà neppure iniziata”… INGENUA! Non solo la vendita è iniziata ma la taglia S della mia blusa è già out of stock! Improvvisamente sveglia schizzo fuori dal letto e mi precipito al piano di sotto (la connessione in camera è troppo instabile per tentare un pagamento online), arraffo il portafoglio e mi lancio sul divano.
Il tempo di fare questa veloce operazione e la taglia S è miracolosamente ricomparsa. La metto nel carrello esultante e scopro con orrore che non sono iscritta a Topshop. Vabbé tanto ormai la blusa è al sicuro, quindi compilo diligentemente tutti i campi, torno al carrello… e non trovo più il bottone per fare il check out! E’ scomparso! Sono in preda al panico, comincio a toccare dei tasti a caso e il mio carrello si svuota!
Urlando afferro il pc e corro in cucina per coinvolgere il Signor G. nella disgrazia. La blusa è ormai disponibile nella sola taglia L e io dico cose sconnesse cercando di accaparrarmi almeno quella!
Il Signor G. mi abbandona al mio destino mentre sto cliccando su “check out”.
Sono in preda alla più classica frenesia da acquisto, voglio quella blusa e l’avrò anche se la taglia è sbagliata! Inserisco i dati della mia Visa e sono a metà di un meritato sospiro di sollievo quando compare una pagina a tradimento: Verified by Visa… “cosa cacchio…?!?”.
Fingo di cadere dalle nuvole ma so benissimo di cosa si tratta: è il codice malefico che in passato ha ostacolato più volte i miei acquisti online e che mi sono sempre dimenticata di chiedere alla banca (si deve chiedere alla banca, no?!?).
Impreco contro me stessa e contro la Visa, piagnucolo e mi dispero, inserisco una password a caso ma il codice sembrerebbe composto da SOLE CIFRE! Allora inserisco delle cifre a caso. Nel profondo di me stessa comincio a sentirmi un’idiota ma non mi arrendo e corro a prendere la cartellina degli estratti conto. Inizio a cercare come una disperata quando mi viene un’idea geniale: cambiare carta!
Clicco su indietro anche se c’è scritto che NON bisogna farlo e miracolosamente il mio carrello non si svuota.
Ma il mio livello di isteria è così alto che impiego almeno 5 minuti per capire come cambiare i dati della carta e per inserire quelli dell’AmEx (Santa, Santissima AmEx che non hai stupide procedure di sicurezza, né stupidi sms che mi ricordano quanti soldi ho speso e che mi fanno sentire in colpa!).
Ok, la blusa taglia L è mia ma…
Ma un pensiero criminale si affaccia nella mia mente: magari la S è di nuovo in stock! Torno alla pagina dello shopping e infatti eccola là! Con un sorriso ebete stampato in faccia la metto nel carrello… INGENUA!!! Puoi comprare un solo pezzo di ogni capo! E’ una limited edition!!! Devi PRIMA svuotare il carrello e poi riempirlo di nuovo! Sono terrorizzata da quello che sto per fare ma non riesco a tenere a bada il mio impulso e SVUOTO il carrello.
Cerco di acquistare la S ma è finita di nuovo out of stock. Disperata provo con la M e ci riesco, ma succede di nuovo: NON trovo il tasto per il check out!
Questa volta mi costringo a respirare e a guardare con attenzione la pagina che ho davanti e capisco l’inghippo: la blusa è finita out of stock nonostante fosse nel mio carrello!!!
Come cacchio è possibile?!?
Ricomincio a piagnucolare: ormai sono consapevole del fatto che NON tornerò a dormire dopo l’acquisto (come avevo preventivato), e che se non avrò quella maledetta blusa il mio venerdì 17 sarà a tutti gli effetti un venerdì 17.
Mentre mi dispero riempio e svuoto compulsivamente il carrello, con la maledetta blusa che continua a comparire e scomparire.
Dopo un’ora di tribolazioni sono arrivata alla pagina del pagamento con una M nel carrello, inserisco i dati dell’AmEx, scaccio il pensiero molesto di andare a controllare se per caso è ricomparsa anche la taglia S e pago.
Passa un’ora dal mio tribolato acquisto ed ho ancora l’adrenalina in corpo. Vado a controllare il link della blusa e leggo la famigerata didascalia “sorry, this item is out of stock”.
Sorrido malefica: sono consapevole di non stare per niente bene, ma sono assurdamente fiera di me!

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