“My voice seeks you”, incontro di poesia ad Acquanegra sabato 7 con Annelisa Addolorato

Creato il 27 febbraio 2015 da Cremonademocratica @paolozignani

Gli aedi nuovi e d’un tempo  intrecciano forme comunicative differenti con disinvoltura, nati come sono per differenziare il loro linguaggio e mostrar visione d’un altro mondo. Il Comune di Acquanegra Cremonese è della schiera di chi crede nella libertà d’espressione e l’incoraggia col patrocinio dell’incontro di sabato 7 marzo alle 17.30 nella sala civica di piazza delle Arti con Annelisa Addolorato. “La mia voce ti cerca” è il titolo dell’appuntamento con gli audaci lettori, i curiosi ascoltatori e assetati di visioni e immaginazioni, esperienze e contesti insoliti e vivaci, appassionati e ardenti fra schermo, note musicali, percorsi di vita, eccome perché di vita dell’autrice pertiene il raduno dei desiosi sguardi, ma desiderosi di libertà espressiva. Allora protagoniste saranno riflessioni, reading e videoproiezioni della poetessa con presentazione di Alberto Mori, coadiutore da tanti anni ormai di simili e dissimili occasioni. L’organizzazione è del Centro Scrittura Cremonese Mara Soldi Maretti e del Circolo Poetico Correnti, e collabora il Centro della Poesia Cremonese Mara Soldi Maretti Ivalda Stanga.

Non si chiama florilegio né antologia ma più flessibilmente silloge la raccolta di Annelisa Addolorato “My voce seeks you / La mia voce ti cerca”, interlinguistica poesia, plurilingue, tradotta in inglese da Maria Bennett e William Wolak, New York 2013. Protagonista è l’incontro stesso, la rappresentazione che sboccia e si compie poetandosi e il libro è pretesto, azione congiunta ma il tempo della poesia è il presente dell’incontro ad Acquanegra, in quel luogo che è molti luoghi e quell’ora con ascoltatori attraversati da un pubblico che comprende – mirabile a dirsi – anche gli assenti. La breve biografia di Annelisa Addolorato parla da sé plurimemente:

Dopo anni di ricerca (ho studiato a Milano, Barcellona e Madrid), letture, viaggi in lungo e in largo tra Italia, Spagna e altri paesi europei e non solo, torno per e con amore dove sono nata (a Lodi).All’attivo ho alcuni libri di poesia e sulla poesia: ad ora cinque, tre libri bilingui di poesia (due pubblicati a Madrid e uno a New York) e due monografie (una su Octavio Paz e una su Clara Janés). Testi e ipertesti sono disponibili in rete, riviste antologie e in più di dieci lingue.

Ma dunque che cosa intende per poesia l’autrice per un giorno, per sempre, una volta e mille volte acquanegrese? C’è qualcosa di cinese, di interiore ed esteriore, c’è anima e quindi corpo, individualità e socialità dunque una sfida, un enigma multiforme al cui sbocciare bisognerà assistere, forse partecipare, solo poi si comprenderà appieno se sia mai auspicabile un colmo. E che è poesia dunque? Così afferma Annelisa:

La poesia è una forma di vita, è respiro, voce, ossigeno, corpo, vitalità liberata, essenza in-condizionata, è condivisione e anche visione, convivenza intra e interpersonale. È ascolto, musica del cuore. È, come l’ideogramma cinese ‘xin’ ci ‘dice’ nella sua tondeggiante forma di seme-cuore-contenitore, pensiero e sensibilità insieme. È arbitro dell’esistere, sfida ai sensi tutti. È un organo vitale, tanto immateriale come imprescindibile ossigeno. Catena di parole, presenze, rete di sguardi e voci. La poesia sono le ali collettive che i poeti intessono e si scambiano attraverso le letture, gli scambi o le sfide in versi (poetry slam e altro), le traduzioni reciproche. È un tessuto sociale molto più variopinto e caldo, confortevole e pacifico di tutti gli altri, perché sempre include, e porta al confronto partendo dalle corde più intime. È anche mediatrice culturale e linguistica. È anche, nel suo essere misticamente ossimorica, la cittadina del mondo più apolide che ci sia.

Il comunicato, da cui son tratti le disseminazioni verbali in corsivo, comprende ma espelle dal suo contesto una citazione della poetessa così captata al volo:

“..la fretta meschina e il vento del successo (…) Ma ascoltare / non è mai mancanza d’amore” (dalla videopoesia ‘Barche rosse’, realizzata con la video maker ligure Patrizia Monzani)


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