Magazine Viaggi

#MyRouteToBahamas: è tutta colpa di Kerouac

Creato il 27 luglio 2015 da Marika L

"There was nowhere to go
but everywhere,
so just keep on rolling
under the stars."

On the Road - Jack Kerouac

Ho fissato lo schermo del pc per almeno venti minuti prima di decidere cosa scrivere e poi sono arrivata all'unica conclusione possibile: non ci sono parole adatte a rendere giustizia alla sensazione che si prova quando stai per realizzare un sogno.
E' così, domani inizia il nostro on the road negli Stati Uniti.

Come si fa a spiegare l'emozione nel fare la valigia per quella meta che è sempre stata il mio pallino? Come si fa a concretizzare in parole le farfalle nello stomaco che avverto al solo pensiero di essere lì?

Chi mi conosce -e chi ha letto qualche vecchio post- lo sa bene: la Route 66 è sempre stata il mio sogno nel cassetto, quella meta che ti fa gettare via il telecomando quando ne parlano in tv mentre fai zapping e vorresti che il programma in questione non finisse mai. The Mother Road, il viaggio sull'asfalto per eccellenza, un vero simbolo del senso di libertà.
Non ho avuto neanche bisogno di acquistare tutte le guide, perché molte le possedevo già sia nelle edizioni nuove che in quelle vecchie, infatti scegliere quali portare con me non è stato affatto facile!
Mi piace da sempre sfogliarle e immaginare quei paesaggi, pensando che prima o poi avrei avuto la possibilità di ammirarli, fotografarli ed emozionarmi di fronte ad essi.

Da quando abbiamo acquistato il volo sono passati sei mesi e abbiamo sfruttato gran parte del tempo libero per delineare l'itinerario del nostro on the road negli Stati Uniti, studiare la storia dei luoghi che visiteremo, creare la playlist perfetta e raccogliere tante informazioni. Ormai sapete che mi piace partire preparata e che la fase organizzativa è per me fondamentale, dato che mi consente di sentire il viaggio più vicino.

La prima tappa di #MyRouteToBahamas sarà Chicago, città che mi affascina tantissimo, dove sosterremo per due notti prima di ritirare l'auto a noleggio e intraprendere la traversata sulla Route 66. Credo che quando finalmente metterò piede in un diner -un vero diner- piangerò per la gioia. Mi sono sempre immaginata seduta su uno di quegli sgabelli altissimi, intenta a sorseggiare il milkshake enorme di turno o a gustare la classica colazione a base di pancakes, uova, bacon e sciroppo d'acero.

E' tutta colpa di Kerouac se ho passato gran parte dell'adolescenza a cercare di dare un senso al mettere in pratica il Get your kicks on Route 66, dormire in un motel fatiscente dotato di scritta al neon -dai, sono un must- e guidare per ore attraversando una moltitudine di paesaggi così diversi da quelli ai quali sono abituata.

Stabilire le tappe non è stato facile, dal momento che le cose da vedere sono davvero moltissime e le continue deviazioni mi hanno portata a modificare il percorso diverse volte.
Grazie ai consigli degli altri viaggiatori sono venuta in contatto con informazioni su luoghi che non conoscevo e che invece sembrano meravigliosi, come ad esempio le ghost town e Page.

Finalmente potrò avvertire il batticuore di fronte all'immensità del Grand Canyon e l'emozione aumenta al pensiero che proprio quel giorno Diego compirà trent'anni!

Ovviamente non mancherà il tempo di festeggiare e conosco proprio una cittadina adatta a questo scopo, si chiama Las Vegas! Vi dice qualcosa?
Sono incredibilmente curiosa di visitare le sue mille luci, i suoi hotel immensi, la stravaganza che solo una città nata nel bel mezzo del deserto può indossare con fierezza. Per non parlare della Death Valley, il luogo più caldo degli Stati Uniti ed il più basso del Nord America, ben ottantasei metri sotto il livello del mare!
Dicono che somigli ad un paesaggio lunare e che la sensazione sia quella di un phon bollente sparato in faccia. Promette bene, non trovate?

Ad un certo punto il nostro on the road negli Stati Uniti ci porterà in California.
Ca-li-for-nia.
Lo Stato del sole, dei leoni marini, delle spiagge immense, di Seth e Ryan.
Lo Stato dei surfisti, delle stelle sul pavimento, di Hollywood e dei Cable Car.
Lo Stato di San Diego, Los Angeles, San Francisco e di tutte le attrazioni annesse.

Già mi immagino sfrecciare sul molo di Santa Monica -dove termina la Route 66- sorseggiando un frappuccino di Starbucks indossando miei pattini mentre il vento mi culla i capelli.
Dai, ci avete creduto sul serio?
Se indossassi un paio di pattini mi dovrebbero raccogliere con il cucchiaino nel giro di mezzo secondo.

Le ultime tappe saranno Miami ed Exuma, un'isoletta delle Bahamas scelta -ovviamente- sia per la bellezza dell'acqua che per la presenza di una spiaggia abitata da maialini.
Si, è così e non mi vergogno ad ammetterlo: io amo i maiali e il pensiero di poter nuotare in loro compagnia mi rende felice.
Siete autorizzati a prendermi in giro.
Poco però.

Tutto questo per dirvi che ci siamo, è arrivato il grande momento e quel countdown che aspettavo da una vita è finito.
Vorrei scrivere mille cose, far riaffiorare tutte le parole presenti nel mio bagaglio lessicale per spiegare come mi sento, ma non ci riesco. Forse perché ancora non mi sembra vero.

Cercherò di aggiornare il blog e di rendervi partecipi di ogni scoperta o piccola emozione che mi regalerà questo on the road negli Stati Uniti.
Potete seguirci tramite l'hashtag #MyRouteToBahamas sui canali social del blog (come comunicato su Facebook, la vincitrice del concorso dedicato a questo hashtag è Arianna Ragaini, blogger di Pochi Spicci e Una Cartina):

  • Facebook: www.facebook.com/gate309
  • Instagram: @marikalaurelli
  • Twitter: @marikalaurelli

Ora vado a chiudere la valigia, mi aspetta un lungo viaggio e un sogno da realizzare.
Venite con me?


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine