Quando un nome diventa tutto un programma. Potremmo già sintetizzare così, con questa massima, il gioco che stiamo per descrivere ma dato che ci piace scrivere (e siamo masochisti) andremo avanti.
Questa volta parleremo di Myth: History in the making, platform in 2d realizzato da System 3 per Commodore 64, Spectrum, Amstrad CPC nel 1989 e successivamente nel 1991, su Amiga ed Atari ST.
Si tratta senza dubbio di uno dei titoli più blasonati per l’otto bit di casa Commodore e la nostra recensione verte proprio su questa versione.
UN RAGAZZO SALVERA’ IL MITO
Il gioco, come si evince dal titolo stesso, è ambientato tra i vari miti di diverse culture. Protagonista è un ragazzo che viene chiamato dagli dei per combattere ed eliminare Daremon, un dio bramoso di potere e la sua malefica legione che ha infestato i miti dell’antichità.
Il nostro eroe è un ragazzo comune con tanto di blue-jeans, camicia bianca e gilet nero. Abbigliamento piuttosto pittoresco per una persona che dovrà salvare il mondo. Di colpo si ritroverà sbalzato indietro nel tempo tra le leggende greche (Ade, Skyros ed il Tempio di Atena); le leggende nordiche (Malestrom la porta d’entrata per il Nord; le foreste di Nidhogg ed Asgard); le leggende egiziane (la valle dei Re; le stanze di Anubis; la Tomba del Faraone) e poi i livelli conclusivi rappresentati dal Regno del disordine e dal confronto finale.
Il game-play univa le dinamiche del platform a quelle del puzzle con una parte finale praticamente identica ad uno shoot’em up. Il giocatore, oltre ad uscire sano e salvo dagli scontri fisici con le creature che popolano ogni ambientazione, doveva risolvere enigmi incentrati ovviamente su queste varie leggende mitologiche per sbloccare armi ed oggetti necessari successivamente.
UN COMPARTO TECNICO DI RILIEVO
Quello che colpì maggiormente pubblico e critica in quel finire degli anni Ottanta fu la grafica.
L’idea concettuale è stata di Mark Cale, Peter Baron realizzò la programmazione, alla grafica Bob Stevenson e le musiche vennero firmate da Jeroen Tel ed i Maniacs of Noise. Ne derivò un gioco dall’ottimo comparto visivo con ambientazioni varie e discretamente dettagliate, ed ottime animazioni. Molto bella era anche l’interfaccia grafica che dava le indicazioni utili ai giocatori sullo stato di salute dell’eroe e sull’arma che utilizzava mentre erano clamorosi alcuni mostri realizzati dannatamente bene.
A dare il sigillo ci pensò Jeroen Tel. Il compositore olandese ed i Maniacs of Noise realizzarono una colonna sonora eccellente e perfettamente adatta al tema. Il brano dei titoli di testa è uno dei più belli in assoluto che il Sid (il chip sonoro del C64) abbia mai proposto. Una delizia per le orecchie. Altro pezzo molto famoso fu il mitico loader, anche se quest’ultimo non è stato composto dai Maniacs of Noise (probabilmente è di Stefan Hartwig?) preceduto da una gentile voce femminile che dava il benvenuto nel mito “Welcome to Myth“.
Un elevato grado di difficoltà ed il bilanciamento verso l’alto del gioco rendevano la sfida ardua.
SU AMIGA
Chiaro che la versione Amiga ricalcasse quanto già visto sugli otto bit ma ne esaltò, per ovvi motivi, il lato grafico decisamente potenziato dall’hardware in grado di dare più colori, maggiori dettagli e maggiore risoluzione. Detto questo, null’altro da segnalare se non una piccola variante sul protagonista: non più il ragazzino, ma un barbaro chiamato Ankalagan molto simile a Conan.
CONCLUSIONI
Myth: History in the making è uno dei giochi più importanti su Commodore 64. Uno dei tanti su Amiga ed Atari ST. Per questo abbiamo preferito incentrare la nostra breve recensione per la versione ad otto bit. Concetto vecchio, quello proposto da System 3 ma sfruttato piuttosto bene dalle varianti enigmistiche presenti in ogni livello.
L’atmosfera data dai vari effetti grafici (ottime le luci, il design e le animazioni) era consolidata anche dall’ottima colonna sonora dei Maniac of Noises e da qualche effetto realizzato piuttosto bene. La longevità era discreta con tre grandi livelli popolati di malefiche creature sempre più difficili da affrontare e da una parte finale in simil shoot’em up. Insomma, Myth fa parte della storia videoludica del Commodore 64.
PREGI. Ottima grafica. Animazioni superbe. Sonoro cinematografico. Buon game-play
DIFETTI. Alcuni passaggi veramente complicati.
VOTO: 9/10.