E' la prima volta che leggo uno dei racconti di Rosmunde Pilcher.
Molte amiche me ne avevano parlato bene. Così, prima di intraprendere un romanzo di 400 pagine, mi sono detta che era meglio gustarla in un libro di racconti ed eccomi a leggerne il primo contenuto in Fiori nella pioggia.
Il primo racconto breve del libro ha come protagonista il piccolo William. E' lui il narratore della storia. I suoi sogni, progetti, desideri lo rendono quasi tangibile, umano. Lo si immagina impegnato nella costruzione di una casa di bambola troppo difficile per un ragazzino della sua età.
Chi non ha letto questo racconto ed ha intenzione di farlo, non continui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti, unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.
William è dolce, anche se spaventato e deluso dalla vita che lo ha fatto soffrire, nonostante fosse tanto giovane, perché, lo sappiamo che, il dolore non ha pietà per nessuno. La Pilcher è bravissima nel delineare la possibilità di una speranza che dapprima solletica il cuore e poi lentamente sembra materializzarsi. Non capita a tutti di avere per vicino di casa la persona che ti cambia la vita e non quella che te la rovina. Il Destino con la Pilcher, avevano ragione quando me lo dicevano, è davvero sorprendente. Ultimato il racconto anche Pupottina aveva un sorriso pieno di buoni sentimenti ...
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