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n. 1092 - Il giorno delle more di R. Pilcher

Creato il 19 aprile 2011 da Pupottina
n. 1092 - Il giorno delle more di R. PilcherCosa succede se da sempre aspettate con impazienza l’arrivo di un giorno speciale?

Il ricordo di quel giorno, che arriva ogni anno,potrebbe farvi credere che sia il giorno giusto per risolvere le questioni irrisolte?

Accade qualcosa del genere alla timida e devota Claudia, nel racconto Il giorno delle more di Rosmunde Pilcher. Claudia da otto anni aspetta che l’uomo che ama si decida a sposarla e scarta ogni altra possibilità che la vita le offre. Lui è sempre troppo impegnato e spesso è anche altrove per lavoro, o almeno così dice.

Chi non ha letto questo racconto ed ha intenzione di farlo, non continui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti, unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.

Un giorno, lui, Giles, la chiama per dirle che purtroppo non potrà andare in Spagna per la vacanza che avevano programmato insieme ad un gruppo di amici. Claudia non se la sente di andare da sola e allora prende un treno diretta verso il paesino dove ha trascorso le sue infanzia e adolescenza. Lì, ritrova gli amici di un tempo e tanta tranquillità. Arriva giusto in tempo per partecipare alla tanto attesa festa di ogni anno, il giorno delle more. Fra tutti qualcuno le è più vicino degli altri e la attrae, le chiede il perché abbia scelto una vita di solitudine, lontana da tutto. Lei non ha il coraggio di dirle che, in realtà, non è sola, ma ha qualcuno che ama da troppo, anche se la loro storia si sta consumando lentamente. Lui, Magnus, è insistente e in uno dei momenti più romantici del racconto arriva a rivelarle che l’ama da sempre, ma che non glielo aveva mai rivelato poiché voleva lasciarla libera di vivere la sua vita. Claudia ne è commossa e confusa nello stesso tempo. La confusione si scioglie quando, sfogliando un giornale scandalistico, apprende che il suo Giles ha appena sposato una donna che ha la metà dei suoi anni. Claudia non si sente arrabbiata, anzi. Vorrebbe, infatti, ringraziarlo per averla liberata dal quel niente che avevano.

Voi, che cosa ne pensate?

L’avete letto questo racconto?

Vi siete mai trovati in una situazione analoga in cui, anziché infuriarvi con chi vi ha tradito, avreste voluto ringraziarlo?


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