Magazine Pari Opportunità

Nabila e gli altri

Da Drittorovescio
NABILA E  GLI  ALTRI
Nascoste tra tutte le notizie che riguardano la situazione economica, la crisi, la lotta per la difesa dei posti di lavoro e tanto altro troviamo ancora, sempre, ogni giorno, spesso  in secondo piano le cronache delle innumerevoli violenze su donne e minori.
Ragazzine adescate da un allenatore, doppiamente condannabile perchè educatore, che fingendosi pentito chiede aiuto e si dichiara disposto a sottoporsi alla castrazione chimica. I riflettori rimangono puntati su chi il crimine l'ha commesso, dandogli uno spazio che forse non merita.
La storia di Nabila, ragazza pakistana che nel suo Paese rischia la pena di morte per aver sfigurato con l'acido il volto del suo fidanzato-stupratore-aguzzino.  La legge lo difende , solo perchè maschio.
Laura, (nome di fantasia), stuprata per anni da suo padre, che nega vigliaccamente,
asserendo che la ragazza si è inventata tutto.
Storie di ordinaria violenza quotidiana, consumate tra le pareti domestiche o in ambienti che vengono considerati sicuri e perpetrati da chi dovrebbe dare affetto, sicurezze e punti di riferimento.
Le ragazzine adescate si sentiranno sporche per molto tempo.  Laura si convincerà che essere abusata è normale, forse riterrà addirittura giusto l'esserlo, continuando a subire.
Nabila trova spazio nella cronaca solo perchè è un'altra donna che al danno deve aggiungere anche la pesantissima beffa di vedersi catapultata dalla parte del torto avendo osato ribellarsi alla volontà di un uomo che non vale il senso del termine.
Sono storie accomunate dalla violenza gratuita, relegate a volte come semplici trafiletti nelle pagine di cronaca,  tanto sono ormai quotidiane e troppe sono quelle che non vengono a galla perchè non denunciate.
I dati ultimi pubblicati sono sconvolgenti e sono solo la punta dell'iceberg, dentro le mura domestiche vengono consumate violenze inenarrabili rese ancora più gravi da quelle psicologiche. Sono le peggiori. Annientano la personalità e rendono emotivamente succubi.
Siamo ancora molto lontani dal poter essere considerati civili, visto che il rispetto non appartiene ancora al nostro vivere sociale quotidiano.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog