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Nabucco: Prima con flash mob

Creato il 29 settembre 2012 da Musicamore @AAtzori

Nabucco: Prima con flash mobE’ possibile che non tutti abbiano compreso il significato del piccolo flash mob che alcuni colleghi artisti del coro hanno proposto ieri sera al pubblico, durante gli appalusi finali dell’opera Nabucco. Un piccolo gesto di solidarietà verso i lavoratori dell’ALCOA.

Un gruppo di bassi si è fatto avanti e, con gli elmetti previsti nel costume di scena, hanno emulato i lavoratori dell’Alcoa per ricordare la loro lotta. Averlo  potuto sottolineare in una serata in cui erano presenti tanti giornalisti, può aver contribuito a mantenere  l’attenzione su questo grande problema dei lavoratori sardi.

Per quanto riguarda la serata di ieri, dal mio punto di vista,  posso dire che è stata davvero una delle più belle opere che abbia mai eseguito. Dalla musica alle scene ed i costumi, tutto ha funzionato come previsto.

Il fuoco in scena, quello che apre l’ingresso di Nabucco, mi metteva una certa ansia, ma i nostri colleghi tecnici con una bella  squadra di vigili del fuoco  dietro le quinte hanno tenuto a bada ogni pericolo.

C’è stata poi una sorpresa che non mi aspettavo. Da quando lavoro in questo teatro, ( credo di aver fatto almeno 6 edizioni dell’opera Nabucco) 

Nabucco: Prima con flash mob
devo dire che non mi è mai capitato di non dover replicare il Va pensiero. Vabbene la crisi, che ormai paga tutto, ma il pubblico della prima, ieri, si è mostrato più freddo del previsto sin dall’inizio. Durante la grandiosa aria del coro “Gli arredi festivi” vocalmente impegnativa come la stessa scena, ha concluso con il silenzio totale, neppure un accenno di applauso. Per noi artisti ciò è abbastanza umiliante. Spero davvero che il pubblico delle  prossime recite  si riscatti!

Intanto,  prima di cominciare a lavorare, ieri sera, sono andata alla ricerca del regista Leo Muscato per farmi raccontare le sue considerazioni sull’esperienza “Nabucco cagliaritano“. Poi ho strappato un’intervista a quella che sarà l’Abigaille di questa sera: Anna Pirozzi Simaku.

La troverete più tardi in queste pagine , ho bisogno di un po’ di tempo per il montaggio perchè si tratta di una video-intervista. Però posso darvi una piccola anticipazione: Anna Pirozzi prima di fare la cantante lirica era una cantante di musica leggera nei piano-bar.

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Quattro chiacchiere con Leo Muscato

Come è nato questo tuo grandioso lavoro di Nabucco?

Il lavoro su Nabucco è cominciato diversi mesi fa, quando ho iniziato a parlarne con Silvia, Tiziano, Alessandro e Alessandra. Sin da subito è stato chiaro il COSA dovevamo raccontare. Ma il COME lo abbiamo scoperto strada facendo. Credo sia fondamentale preservare un varco che ti consenta di lasciarti andare allo stupore, farti sorprendere dalla gente che ti circonda e dalle situazioni dentro cui capiti, o che contribuisci a creare.

Come è stato l’impatto con la massa artistica del coro?

Nabucco: Prima con flash mob

Paolo Coni e Leo Muscato

Devo dire che abbiamo  incontrato un ottimo coro, con cui è stato possibile fare un lavoro sulle intenzioni abbastanza accurato. Avevamo poi la fortuna di avere un cast eccellente, anzi un doppio cast. Ci sono stati dei momenti di pura emozione, durante le prove, quando si sono scoperti dei particolari del testo e della musica, che ci consentivano di leggere in maniera sbilenca alcune sfumature non immediatamente riconoscibili. Non solo il talento, ma anche la fragilità, l’emotività di chi si esibisce in scena, può diventare una risorsa in più su cui investire. Proteggerla, esaltarla, può in alcuni casi favorire momenti di pura autenticità in palcoscenico. E io ne ho visti parecchi in queste settimane.

Ma ogni lavoro è sempre il frutto di un percorso umano e professionale che un determinato gruppo di persone fa insieme. Il pubblico vede chi si presenta alla ribalta, ma dietro uno spettacolo come questo c’è davvero tanta gente.

Puoi raccontare al pubblico come si è sviluppata la realizzazione materiale di questo allestimento?

Tutto è stato realizzato in casa, dalle scene, ai costumi, all’attrezzeria. E quando ti capita di essere circondato da maestranze tecniche così capaci, organizzate, professionali, ed efficienti, lavorare diventa decisamente più semplice, e in alcuni casi, anche molto divertente. È per questo che l’altra sera, alla fine della prova generale aperta al pubblico, ho chiesto loro di uscire insieme a tutti gli artisti per salutare gli spettatori alla fine dello spettacolo. È stato emozionante vedere, solisti, coro, figuranti, sarte, parrucchieri, attrezzisti, macchinisti, elettricisti, maestri di palcoscenico, tutti mischiati fra di loro, senza distinzione alcuna di ruolo, prendersi per mano, andare alla ribalta e ringraziare il pubblico.

Certo, qualcuno, intimidito, se l’è svignata (senza fare nomi, Sabrina e Liana, due “colonne” del palcoscenico). Ma pazienza, pagheranno pegno!!!


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