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Namaste

Da Traveltotaste

Namaste

Tornata dopo settimane dedicate alla scoperta del Rajasthan, mi ritrovo a riflettere su parecchie cose. La prima volta in India è difficile, me lo avevano detto in molti ma non credevo fosse così.

Mentre la vivi ti travolge con i rumori incessanti, i sapori forti, la veemenza delle folle, i colori dei vestiti, il caldo inclemente, la bellezza dei luoghi per poi lasciarti inerme a cercare di ricordare tutto mettendo a fuoco situazioni ed eventi accaduti.

Verso la fine del viaggio la stanchezza prende il sopravvento e rammentare i primi giorni diventa un’impresa ma, una volta passato lo stordimento del rientro, tutto inizia a riaffiorare ed arriva il momento di raccontare.

La confusione si sta dissolvendo e presto potrò condividere con i lettori che vorranno il viaggio appena concluso, narrando tappa per tappa l’itinerario che, a grandi linee, ho tracciato sull’immagine e che è stato percorso from Delhi to Delhi in senso antiorario in auto con il prezioso supporto dell’instancabile Sattu, il nostro autista.

Viaggiare lungo le strade indiane è un’avventura. Buche ovunque, allagamenti dovuti alle piogge monsoniche, mucche sdraiate in mezzo alla carreggiata, mezzi di ogni tipo che si muovono in contromano, ingorghi infiniti per i motivi più assurdi.

Per questo motivo un indiano non quantificherà mai un itinerario in chilometri ma darà indicazioni in ore di viaggio, è facile infatti che per percorrere 200 chilometri ci si possa impiegare dalle quattro alle cinque ore.

Muoversi a piedi non è più semplice. Le strade, quasi ovunque, sono in terra battuta e con le piogge si trasformano in distese di fango lungo le quali difendersi dai tuk tuk, dai motorini e dai camion che suonano incessantemente il clacson per far spostare il bistrattato pedone diventa snervante.

Anche questo è l’India ma non spaventatevi, le bellezze vincono sulle fatiche!

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