Salutiamo gli himba e continuiamo la nostra discesa verso sud direzione Spitzkoppe.
Dobbiamo macinare chilometri… la Skeleton Coast è lontana ed in più ci trasciniamo dietro Jambo Tartaruga che, ogni 10 km, ci costringe a fermarci ad aspettarlo. Per fortuna le rassicurazioni del meccanico specializzato di Opuwo tranquillizzano il nostro driver facendo si che la sua marcia si faccia più fluida.
Facciamo uno scalo tecnico a Palmwag dove alloggiamo in una specie di oasi dove campeggiamo a diretto contatto con la natura. Così tanto a contatto che, mentre ci sistemiamo, notiamo un elefante che gironzola nel campeggio sradicando arbusti. I gestori, rigorosamente tedeschi come d’abitudine, ci dicono di star tranquilli, che il pachiderma è di casa ed è abituato alla presenza umana. Sarà pure così, ma il cartello “beware elephant” vicino alle nostre tende non ci fa rilassare più di tanto.
Sorpassato il gate di Springbockwater si comincia ad entrare in clima skeleton. Una nebbia oscura all’orizzonte ci segnala che ci siamo. La strada che costeggia l’Oceano Atlantico non è affatto trafficata e non ci sono insediamenti umani… facciamo degli stop per ammirare da vicino i famigerati scheletri… prima un pozzo petrolifero arrugginito, poi i resti di un relitto…
Spitzkoppe al tramonto
All’uscita, dopo una foto di rito sul cancello con lo scheletro, proseguiamo la strada per Cape Cross dove ci aspetta una curiosa colonia di otarie che ci accoglie con i suoi ragli e i suoi ululati. In realtà la prima cosa che sentiamo è la puzza pestilenziale che sprigionano i mammiferi pinnati… ecco perché Nuno ci aveva consigliato di non pranzare qui! Nuno N°1!
Le otarie sono centinaia di migliaia, chi fa il bagno, chi dorme, chi si spintona… fanno un caos terribile. Questi toponi senza zampe si mettono anche in posa! Quando abbiamo abbastanza voltastomaco da non poterne più, proseguiamo nel nostro tragitto… dobbiamo arrivare entro il tramonto allo Spitzkoppe… il Cervino della Namibia.
Ci infiliamo giusto in tempo sotto la sbarra dell’ingresso e, nella penombra, scegliamo la nostra piazzola in uno scenario fantastico.
Ci svegliamo, come nostro solito, insieme al sole e, con l’accompagnamento di una guida, visitiamo il massiccio.
Apprezziamo lo Small Bushman Paradise dove pitture rupestri ci portano alla memoria scene di altri tempi quando i bushman cacciavano in gruppo gli animali della savana. Continuiamo l’esplorazione ammirando stupiti lo splendido arco che, alla luce del sole mattutino, ci regala uno dei più bei paesaggi del viaggio.
Per finire passeggiamo nel Bushman Paradise quello grande dove, con una piccola ferrata che ci fa sudare quanto basta, ci arrampichiamo su su per ammirare il paesaggio. Sembra di stare in un cartone di Willy il Coyote dove mega pietre a forma di palla sono in bilico su scoscesi dirupi. Cerchiamo di farne rotolare giù un paio, ma senza ottenere gli esiti sperati. Salutiamo la nostra guida Damara e quello che per molti sarà il posto più bello del viaggio.
Ora ci attende un po’ di civiltà… Swakopmund la classica cittadina teutonica che si può facilmente trovare ai confini del deserto del Namib.
NAMIBIA DISCOVERY 2015
Indice
Episodio 1 Il prologo link
Episodio 2 Etosha link
Episodio 3 Le Epupa Falls e il villagio Himba link
Episodio 4 Skeleton Coast e Spitzkoppe sei qui