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Nandu Popu (Sud Sound System): “La salentinità è un fattore genetico, no alla regione salento”

Creato il 22 novembre 2010 da Lucioluci

La Lega Nord è un fenomeno politico degli ultimi anni ed è già oggetto di numerosi studi di comunicazione politica. Stiamo parlando di un movimento circoscritto al solo nord Italia? Credo di no. Ovunque nella Penisola, dalla Sicilia di Lombardo al Regno delle due Sicilie indipendente nel napoletano, si moltiplicano le proposte surreali e comiche di regionalismi alla spagnola (e mi riferisco alla Spagna del 1.600). Populismo, frasi fatte, orgogli fuori dal tempo e dalle logiche.

La Regione Salento, schiaffo a Garibaldi ed inaspettato assist alla Lega (del tipo: “Avete visto che anche loro al sud vogliono l’indipendenza? Facciamola!”) è l’ultima di queste proposte.  Ho sentito sul tema Nandu Popu, una delle voci dei Sud Sound System e “braccio politico” del gruppo. Nandu, da buon salentino qual è, è stato anche troppo disponibile, registrando questo corto ma chiarissimo video. Grazie maestru!

Luciu: Nandu, ti parlo da emigrante, dovrò cambiare carta d’identità? È vero che c’è chi vuole creare la “regione Salento”? Da chi viene questa idea?

Nandu: E’ una vecchia idea già abbandonata negli anni ’70 per incostituzionalità e misteriosamente riabilitata da Paolo Pagliaro (direttore di TeleRama ed annessi) a cui dobbiamo questa banale ed inutile campagna mediatica. A mio parere è solo una scorciatoia per arrivare in politica facendo leva su argomenti che parlano alla pancia degli elettori. In buona sostanza c’è la volontà ad utilizzare il modello “Lega Nord” nel Salento per raccogliere tutti quei elettori delusi dai grandi partiti nazionali. Tale iniziativa porterebbe solo isolamento economico e culturale ad una zona che notoriamente trae benefici proprio dalla sua apertura al mondo. Il Salento non si trova al centro del mondo, è un punto di arrivo e non un luogo da cui ci passi per puro caso. Ad attrarre non ci sono soltanto luoghi stupendi ed incantati dal mare, ma anche gente semplice e geniale che ricordando la tradizione ha restituito al mondo dei buoni consigli e nuove strategie per vivere meglio. Abbiamo distrutto il luogo comune che vede il sud come la sommatoria di epiteti ed aggettivi negativi e se oggi la regione Puglia è considerata come un’avanguardia politica e culturale il merito di questa emancipazione la dobbiamo proprio ai suoi cittadini. Detto ciò, considero la “regione salento” (in minuscolo!) una boiata categorica.

L: Ho letto che tu stesso sei l’ideatore di una controproposta, chi dice più logica, chi afferma il contrario: il “Parco Naturale e culturale di Puglia“. Ma non pensi a chi parcheggia in pineta agli Alimini? Che conseguenze avrebbe per i turisti e per l’economia?

N: Ecco, parliamo di cose serie. L’idea del Parco Naturale-Culturale di Puglia nasce da un’attenta osservazione del territorio. Abbiamo già parlato dei cittadini pugliesi che ultimamente si stanno distinguendo per creatività ed operosità. A questo dobbiamo aggiungere il turismo che ci ha permesso di diventare una delle mete più ambite dai turisti con forti ricadute economiche sul territorio. Faccio presente che il turismo riesce a regalare benessere soprattutto ai piccoli e medi imprenditori e che per incentivare questo trend sarebbe opportuno conservare e tutelare il territorio, anche perché il turismo non è tutto rose e fiori, il turismo è anche usura e bistrattamento del territorio. Se non interveniamo immediatamente nella cura delle spiagge, delle pinete, degli uliveti, i vigneti e tutte le altre risorse naturali perderemo tutti questi vantaggi in meno di dieci anni. Il parco Naturale-Culturale di Puglia sarà lo strumento che consentirà uno sfruttamento del territorio più razionale, mettendo al primo posto la risorsa “natura” da cui deriva ogni bene economico e culturale, offrendo nuovi posti di lavoro e nuovi indotti necessari per la manutenzione del territorio stesso. Ricordo inoltre che la Puglia è leader nell’export di alimenti biologici, per non parlare poi del vino e dell’olio che ci rendono famosi in tutto il mondo.

Bene, vi siete chiesti cosa succederà il giorno dopo l’attuazione del Parco Naturale-Culturale di Puglia? Succederà che gli stessi prodotti godranno di un valore aggiunto inestimabile: provenire da un parco naturale. In buona sostanza avremo sul mercato dei prodotti più competitivi ed entreremo in un mercato che è quello della “qualità”. Concludo dicendo che il Parco Naturale-Culturale di Puglia non è solo una trovata per imprenditori, anzi è un progetto che vuole restituire a tutti i pugliesi la dignità di respirare aria pura anche a Taranto e Brindisi, ricordando proprio agli imprenditori che è possibile esportare prodotti di qualità senza sfruttare i lavoratori e senza far morire le famiglie di tumore.


L: Quest’estate, quel poco che sono stato a casa (sigh) ho visto che oramai il Salento è un fiorire di Sagre: perchè non prendete la palla al balzo ed organizzate “la sagra te lu reggae?” (un po’ sfotto, un po’ critico da lontano l’aver spostato il Rototom in Spagna)

N: In Italia?…Non ditelo a Giovanardi: fosse per lui ci farebbe cantare in galera! La politica italiana vuole distruggere il movimento del Reggae con l’accusa che la musica sarebbe un portone aperto al consumo di cannabinoidi! A questo punto dovremo rivedere tutte le leggi fatte negli ultimi 20 anni, leggi fatte da un parlamento che regge le fatiche quotidiane solo pippando cocaina! Voi vi fidereste di leggi fatte da cocainomani? Di questo passo, con questi politici, verremo a fare le sagre di Reggae Salentino per las calles di Valencia!

L: Spesso parlo con giovani che come me hanno lasciato l’Italia e vedo che non sono per nulla intenzionati a tornare in patria o nella loro terra. Tutto questo mi intristisce. Nandu, un tuo messaggio ai giovani salentini, quelli che vanno via e quelli che restano, passando a quelli che sono costretti a prostituirsi socialmente per sopravvivere comodamente.

N: Non vorrei deludere te ed i nostri connazionali, ma spesso anche a noi viene la voglia di scappare via. Non è solo il fatto che in Italia si lavora molto e male, guadagnando poco e male. In Italia ci resti solo se hai legami che ti assicurano la sopravvivenza o se sei masochista. In vent’anni hanno distrutto la scuola, I contratti di lavoro, le pensioni, la socialità e la legalità che da essa deriva. Posso solo dire che coloro che hanno scelto di vivere fuori dall’Italia sono delle persone razionali e oneste a cui va tutta la mia ammirazione. Inoltre vale la pena ricordare che la salentinità è una condizione dettata dal patrimonio genetico e non solo dal luogo in cui si vive. Ho trovato tanti salentini in Europa che mi hanno insegnato ad essere cittadino del mondo. Grazie e buona fortuna!

;)

ps: la fotografia in copertina proviene dal sito web ufficiale dei Sud Sound System


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