La serie Nano Assault approda su PS4 ed è la prima produzione su console PlayStation di Shin’en Multimedia storicamente legata alle console Nintendo. Dopo aver rilasciato un paio di anni fa Nano Assault Neo su Wii U e Nano Assault Neo EX su 3DS, arriva il turno di PS4 con la versione NEO-X. Di novità rilevanti sotto il cofano non ve ne sono, per cui se avete già giocato la serie sulle piattaforme Nintendo non vi sono motivi per tornare a purificare le cellule e combattere i virus del microscopico mondo del gioco. Viceversa se non avete avuto modo di giocarlo e il genere dei Twin-stick shooter vi piace, a 9,99 euro può rappresentare un discreto acquisto da tenere d’occhio per i motivi che adesso vi andremo a spiegare.
Nano Assault Neo è un twin stick shooter, quelli in cui con un analogico si direziona il mezzo e con l’altro i proiettili per intenderci, ambientato in un universo microscopico, composto da miriadi di cellule infette. Il nostro compito sarà purificarle dalle orde di batteri e insettacci vari, distruggendone in gran quantità in modo da incrementare il gauge al lato dello schermo; raggiunta una soglia pari o superiore al 90% avremo quindi 30 secondi per raggiungere il punto di estrazione e intascare i bonus, terminando la sezione. L’unica novità di questa versione è rappresentata dalle lettere della parola B-O-N-U-S che i nemici uccisi lasceranno di tanto in tanto cadere e una volta raccolte tutte si potrà accedere a dei nuovi schemi bonus dove raccogliere punti per incrementare ulteriormente il punteggio. Questi schemi di ipervelocità si concludono nel giro di una trentina di secondi, di più se avete ottimi riflessi e riuscite a schivare con la navicella gli ostacoli che incontrerete lunga la corsa a velocità crescente in un tunnel. Un’aggiunta davvero di poco valore che di fatto non discosta per contenuti NEO-X dalle versioni di quasi due anni fa ormai. Il gameplay presenta una forte impronta arcade, ma a differenza della media del genere, il ritmo e i tempi di gioco sono più distesi, l’approccio ragionato, e anziché mischie da bullet hell vengono incentivate l’analisi della conformazione del terreno e tattiche basate principalmente sul mordi e fuggi, non a caso tra i moltiplicatori del punteggio troviamo la precisione. Un po’ come un Super Mario Galaxy in salsa sparacchina, la struttura dei livelli è quella di piccoli planetoidi, percorribili, barriere architettoniche permettendo, in ogni loro dimensione e direzione, in barba a Newton; la telecamera ballerina, attenta a seguire gli spostamenti del giocatore, e il passo fluido ma piuttosto lento della navicella contribuiscono a dare l’idea di “sospensione”, di essere effettivamente incollati ad un corpo senza subire l’influsso della gravità, protesi verso un orizzonte indefinito, a differenza di altri titoli in cui lo stesso concetto ricorda più un artificio prospettico. Difatti il primo impatto è abbastanza nauseante, in senso buono s’intende.
Meno appariscente l’arsenale della nostra navetta-sonda-supposta, molto sui generis. I power-up sono elargiti dai nemici eliminati o acquistati nel negozio tra uno stage e l’altro con i crediti raccattati in giro, ed includono pod in stile Gradius, magneti, scudi e armi secondarie limitate a poche cartucce, nulla di innovativo ma sempre ben accetto, mentre premendo sul touchpad del Dualshock 4 potremo visualizzare una pratica e accurata minimappa e impostare la formazione dei satelliti per adattarli all’ambiente di gioco.
L’idea di base funziona, la caratterizzazione degli ambienti e in generale lo stile “grottesco” hanno un certo fascino, pur non lasciando il segno, e il livello di difficoltà è sufficientemente elevato da intrattenere anche i puristi del genere. Nemici e laser arrivano da ogni dove e senza un attimo di tregua, aumentando gradualmente d’intensità, rendendo la seconda metà dei livelli una vera sofferenza, specie se non si ha l’abitudine di voltare le spalle ai bersagli per darsela a gambe, poiché essere circondati equivale a beccarsi un siluro in faccia. Ciononostante completare la modalità principale, composta da quattro percorsi per un totale di sedici stage, è questione di un paio d’ore al massimo, impresa che chiunque può portare a termine senza troppi sforzi se si considerano il cospicuo numero di vite extra messe a disposizione, pattern facilmente assimilabili e boss fight piuttosto blande, ma c’è sufficiente stimolo a rigiocarla più e più volte, merito delle classifiche online, onnipresenti al termine di ogni sessione ma mai invasive (grazie a tempi di upload praticamente inesistenti), e al sistema di trofei, che offre sfide abbastanza impegnative da meritare quei pomeriggi extra passati a imprecare per portarli a casa.
PANACEA PER GLI OCCHISe quasi due anni fa Nano Assault NEO poteva essere considerato tecnicamente un gioiello su Wii U, la stessa cosa non si può dire adesso e su una piattaforma come PS4. Tuttavia, ricordando che siamo di fronte a un gioco indipendente, il suo lavoro dal punto di vista dell’impatto grafico è ancora valido con un tripudio di effetti speciali e colori sgargianti, esaltati dai 1080p e un frame rate saldo sui 60. I modelli poligonali, strutturalmente semplici ma ricchi di dettagli, e il buon utilizzo di giochi di luce denotano una radiosità accecante, che ben si legano con la vivacissima palette cromatica e la martellante pletora di laser ed esplosioni. Meritevole anche il level design, che esibisce location evocative e di grande atmosfera, peccato per lo stile che caratterizza i mostri, troppo scontato, banale, in linea con il contesto forse, ma sicuramente poco accattivante, boss in primis, facilissimi da buttare giù tra l’altro. Sottotono gli effetti sonori, decisamente inadatti a cellule pulsanti e insetti che esplodono, mentre la colonna sonora techno, seppur in un primo momento potrebbe risultare fuori luogo con il contesto sci-fi, si lascia ascoltare, riuscendo a sottolineare le situazioni più caotiche o affollate, mancando tuttavia di coinvolgere, di emozionare, di rapire lo spettatore, un compitino svolto e buttato lì, senza metterci niente di proprio. Ad aumentare la longevità complessiva ci pensano la modalità Sopravvivenza e Arcade, ottime “esche” per i maniaci dei punteggi nonché ulteriore sfida per migliorare il proprio posto nella graduatoria mondiale, e il multiplayer in split-screen per 2 giocatori, per passare interi pomeriggi all’insegna dell’invettiva contro l’ente supremo di turno in allegria. Anche qui, dopo due anni e su PS4, poteva essere aggiunta una modalità online per due giocatori.