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Nano da giardino...e da televisione: delirio mediatico per continuare ad esistere
Creato il 21 maggio 2011 da Alessandro @AleTrasforini"Ma insomma, lo vuoi capire che senza la televisione una cosa non esiste!" Questa è una frase che due protagonisti della politica di oggi si scambiarono qualche tempo fa. Per brevità, si riportano le loro iniziali: S.B. e M.d.U.. Senza la televisione, da quanto emerge da moltissimo tempo, neppure il Presidente del Consiglio esisterebbe più. Senza il necessario bisogno di guardare solamente a ieri. Tutti parlano e presenziano, muovendosi anche tra le folle per prendersi insulti. Tutti tranne lui; è forse questa la ragione principale dell'overdose televisiva a cui ha costretto tutta Italia ieri. In onda su tutti i telegiornali, ad eccezione di quelli filo-comunisti o più seri: Tg 3 e Tg di La7, del sempre più ottimo Mentana. Delirio assoluto di simboli, capaci di mescolare un'autorità statale fatta da bandiere italiane ed europee con simboli di un PdL alla canna del gas invocante ancora un "B.Presidente". Apparire televisivamente per continuare ad esistere come uomo politico e come maggioranza coesa e nel cuore degli italiani. Trasformatosi ormai in un imbonitore televisivo, il signor B. ricorda quei televenditori o quei maghi che invadono le televisioni private spargendo sali e tarocchi a più non posso. I tarocchi sono, su questi fronti, le ennesime promesse e l'ennesimo fumo spacciato per segnale di ottimo arrosto elettorale. Chiuso nel bunker, all'insegna della voluta ed assoluta mancanza di contraddittorio, spende e spande parole di attacco contro tutti: dalla magistratura alla sinistra, dalla zingaropoli all'estremismo dilagante e figlio delle bandiere rosse. Che poi possano esserci o meno metastasi di estremismo dietro le parole di sottosegretari inneggianti a Pm come metastasi, questa è un'altra storia che non ha alcun interesse mediatico-elettorale. Arrivano messaggi filtrati e mai completi, nel vomito mediatico del signor B.. Con l'obiettivo di andare in onda dovunque sia possibile, raggranellare decimi significativi in vista dei ballottaggi significa schizzare a più non posso verso qualsiasi contenuto mediaticamente ineccepibile. Fa un pò parte dello stesso filone usato nella campagna elettorale di qualche anno fa, riguardo alla volontà di abolire l'Ici sulle prime case. Fermarsi a metà del guado è cosa mediaticamente fondamentale, in quanto lo stesso B. non si azzardò a dire che senza Ici Comuni ed Enti Locali sarebbero arrivati, progressivamente, al collasso di bilanci e progetti sulle politiche sociali. A metà del guado si trova il populismo dilagante che ha contraddistinto questi (quasi) venti anni di agonia politica, per colpe sicuramente super-partes. Rifiutando l'insorgere di una destra intelligentemente anti-berlusconiana, questo politico decadente se la prende con i primi deputati disponibili tra quelli assoldati (o comprati?, nds) per una maggioranza che si è vista battuta per cinque volte in un giorno solo. Poco importa, alle televisioni, di quell'oltre che va oltre questo Presidente che senza televisioni sarebbe solo pensionato incattivito dal trascorrere del tempo. Poco importa della politica di ascolto costante su cui, il candidato sindaco Giuliano Pisapia, vuole imperniare il suo mandato se eletto. Poco importa dei referendum incombenti, capaci di decidere su temi essenziali per il futuro dell'Italia e non per le sorti personali di B. (legittimo impedimento escluso, nds). Poco importa se, nella giornata di ieri, il Presidente della Repubblica Napolitano abbia ribadito quali dovrebbero essere le priorità per un Paese alla canna del gas: lavoro e tutela dei più deboli su tutti i punti programmatici, appunto. Poco importa se la Grecia rischi, in questi minuti, un nuovo default che troverà salvezza solo di fronte ad un piano ben assestato di riforme fiscali e strutturali necessarie a ridurre il debito pubblico. Qui serve combattere le zingaropoli di Pisapia, dando a questo uomo qualunque colpa possibile (presente e futura, nds). Si è già macchiato di decisioni che ancora non ha preso, sentendo quanto detto dal Signor B.. L'invasione dei telegiornali è cosa, purtroppo, non nuova; in mezzo a tutto il suo fumo, nei giorni di campagna elettorale B. aveva imperato per due ore e venti di tempo antenna, seguito "a ruota" dai 44 minuti del Segretario Pd Pierluigi Bersani. Di seguito, ovviamente, tutti gli altri leader politici divenuti macchiette. Compresi in questa conta gli stessi esponenti del movimento 5 Stelle, reale fenomeno al quale prestare sempre crescenti attenzioni in questo panorama nazionale. Ciò che importa, però, è imperare in televisione sventrando le regole della democrazia e tutelate da quella primaria forma di conflitto di interesse che dovrebbe essere ristrutturata oggi. Sulle televisioni figlie di logiche distorte, non moltissimi anni fa questo pensionato aveva le idee molto poco chiare: "Se scenderò in campo direttamente sarò il più svantaggiato di tutti i soggetti politici. Ogni telespettatore avrà il sospetto di un'informazione truccata e questa sarà la mia più grande difficoltà." (Signor B., La Stampa, 30-12-1993) Con un pò di primavere in più, è possibile scrivere che tutte le previsioni fatte si sono rivelate fragorosamente sbagliate. Ad oggi, infatti, sono solo le televisioni a tenere attaccato alla poltrona questo figurante. Senza trascurare qualche (ir)Responsabile, ovviamente. L'Italia è oltre lei, signor B.. Per il bene di tutti, centrodestra compreso, grande parte dell'Italia la prega di farsi da parte. Prima che sia troppo tardi, ovviamente.
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