Retromania? E vada per la Retromania, tanto per cambiare. In questo caso, torniamo indietro di una ventina d’anni e ci godiamo un gruppo di Olympia, piccola cittadina nello stato di Washington non troppo distante da Seattle, dove Kurt Cobain scrisse una buona parte dei pezzi di Nevermind. Serve forse altro per capire di che (non) genere stiamo parlando? Direi di no, anche se tirare in ballo il grunge revival è forse un po’ troppo azzardato. Del resto questi Naomi Punk poco hanno a che fare con Nirvana e compagnia bella, ma come non definirli una versione più “psichedelica” dei Mudhoney? Le chitarre ci sono, un po’ di spleen c’è (ma alla fine manco troppo) e non mancano qualche ritornello killer e qualche brano sferragliante che si fa ricordare con piacere.
Onestissima band e onestissimo disco, dunque, che però non va tanto più in là. Si risolleva forse dal mare magnum dei tanti gruppi simil-garage che ormai sembrano purtroppo l’uno la copia dell’altro, ma davvero non c’è troppo di più.
Gli amanti del genere gradiranno, fino al momento in cui non ricacceranno nel lettore Superfuzz Bigmuff.
Tracklist
01. Voodoo Trust
02. The Spell
03. CLS + Death Junket
04. Trashworld
05. Burned Body
06. Gentle Movement Toward Sensual Liberation
07. The Feeling
08. Eon Of Love
09. The Buzz
email print