Avevo acquistato il biglietto da mesi. Un posto di quelli buoni, in platea. Gli amici strabuzzavano gli occhi quando dicevo che sarei andata a vedere la versione restaurata del Napoléon di Abel Gance, (ben 5 ore e trenta di proiezione, con opportuni intervalli) accompagnata dalla nuova colonna sonora concepita e diretta da Carl Davis ed eseguita dalla Philarmonia Orchestra. “Un film muto? Una maratona di oltre 8 ore? No, grazie.” Persino le conoscenze cinefile più appassionate avevano gettato la spugna senza neanche pensarci un attimo, prospettandomi ore catastrofiche di immobilità oscura e tediosa. Invece, ieri ho assistito ad un evento di puro cinema, un’esperienza che nessun mezzo computerizzato potrà mai replicare. Il tempo che necessitava a far scorrere gli oltre 300 metri di pellicola, salvata dall’oblio e dalla distruzione e rimessa assieme dall’infaticabile lavoro di ricerca di Kevin Brownlow (45 anni passati in archivi e cineteche in giro per il mondo) è letteralmente volato! Persino il lauto pasto, annaffiato da un bicchier di vino, rigorosamente francese, che mi sono concessa nella pausa di 100 minuti, non ha minimamente intaccato l’entusiasmo e l’emozione di vedere questo capolavoro in tutta la sua bellezza. Negli anni passati ne avevo visto spezzoni, in remoti cineclub o arene estive. Si trattava di versioni mal ridotte, montate in maniera altrettanto pessima, proiettate ad una frequenza veloce e a scatti, concentrate in due ore e poco più, e commentate da colonne sonore discutibili. Un Napoléon che non rendeva per niente giustizia all’arte di Abel Gance, alle soluzioni modernissime e geniali della polivisione, all’accuratezza maniacale dei dettagli, al lavoro della sua troupe e alla recitazione insuperabile degli attori. Ieri, proiettato alla giusta ratio e frequenza, ripulito da graffi e polvere, arricchito da una colonna sonora rispettosa dell’epoca in cui si svolge l’azione, il film ha tenuto in pugno l’audience di coraggiosi che si era recata al Royal Festival Hall, in un crescendo emotivo, culminato nell’estensione dello schermo su cui far scorrere le panoramiche mozzafiato e le gesta eroiche della campagna d’Italia. Alla fine, la standing ovation e gli applausi, che non accennavano a spegnersi, sono stati la giusta conclusione per un vero capolavoro, restituito al suo splendore originale dalla passione di ricercatori e artisti. Una serata memorabile, e peccato davvero, per chi non c’era.
Magazine Cultura
Napoléon vu par Abel Gance, al Royal Festival Hall di Londra
Creato il 01 dicembre 2013 da Se4 @londonse4Possono interessarti anche questi articoli :
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