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Napoleone

Creato il 02 marzo 2014 da Phoebes

Titolo: Napoleone
Titolo originale: Napoléon
Genere: storico, biografico
Autore: Alexandre Dumas padre ( Wikipedia)
Nazionalità: francese
Anno prima pubblicazione: 1840
Ambientazione: Francia e più in generale Europa, 1769-1821
Personaggi: Napoleone Bonaparte
Casa Editrice: Newton Compton
Traduzione: C. Siniscalchi
Copertina: Jacques-Louis David, Napoleone al San Bernardo, Vienna, Kunsthistorischen Museum
Pagine: 188
Provenienza: scambio anobiano
Link al libro: IN LETTURA - ANOBII - GOODREADS
inizio lettura: 7 febbraio 2014
fine lettura: 28 febbraio 2014


Napoleone

Il 15 agosto 1769 nacque ad Aiaccio un bambino, che ebbe dalla sua famiglia il nome di Buonaparte e dalla sorte quello di Napoleone.

Onestamente, non ricordo perché ho presto questo libro in scambio su aNobii. Forse semplicemente perché era di Dumas, e mi incuriosiva l'idea di vederlo alle prese con Napoleone. Non ho trovato in questo libro quello che mi aspettavo, ma forse proprio per questo mi è piaciuto di più di quanto immaginassi.

Vita, morte, trionfi e sconfitte di Napoleone Bonaparte.

Dunque, prima di cominciare, un'avvertenza: trattandosi di una biografia, e non di un romanzo, do per scontato che più o meno la storia di Napoleone sia conosciuta, e non segnalo in nessun modo gli "spoiler", non considerandoli tali visto che non parliamo di fiction ma di Storia. Probabilmente la precisazione è superflua, ma preferivo avvisare! :)

La trama prende avvio proprio dalla nascita del nostro protagonista. Dumas racconta brevemente la sua infanzia e giovinezza citando qualche aneddoto particolare, poi passa da B u onaparte a chiamarlo Bonaparte, e sottolinea che quello è il momento in cui il personaggio entra nella Storia.

L'ambientazione di questo libro è l'Europa di fine Settecento e inizio Ottocento. Napoleone la percorre in lungo e in largo per le sue battaglie, alcune molto famose come Austerlitz e Borodino (che conoscevo dal punto di vista dei russi per averne letto in Guerra e Pace ) o anche Marengo. Le battaglie vengono descritte con molti particolare, forse anche troppi, ed erano la parte che faticavo di più a seguire, sebbene la cosa mi interessasse molto, perché la grandezza di Napoleone stava anche e soprattutto nella sua genialità come stratega.

E passiamo a parlare un po' del famigerato protagonista! Ricordo che quando l'ho studiato a scuola non avevo molta simpatia per Napoleone. Immagino che a quel tempo mi fosse difficile scindere il personaggio storico dalla persona, e già solo per il fatto che fosse un generale non mi piaceva. Poi avevo letto Guerra e Pace, in cui lui è il "nemico", perciò, insomma, mi stava piuttosto antipatico. Però da appassionata di Storia comunque mi incuriosiva, e volevo saperne di più. Devo dire che questa lettura ha stravolto la mia percezione di Napoleone, perché me l'ha fatto amare molto. Dumas inserisce spesso riferimenti a personaggi del passato (Annibale, Alessandro Magno, Cesare soprattutto) e così mi sono resa conto che in effetti Napoleone è stato l'ultimo grande condottiero della Storia. Come uomo ancora non riesco proprio ad amarlo in toto, mi fa sempre troppa impressione il pensare che con una sola parola poteva decidere il destino di migliaia di persone mandandole a morire in una battaglia magari disperata, e poco importa che quelle persone ci andassero volentieri, tanto amavano il loro Imperatore. Come politico, generale, stratega, figura storica, bè, lo ammiro più che mai: il suo genio e la sua audacia sono senza pari, tanto che mi stupisce che non sia stato in grado di prevedere i rigori dell'inverno russo, finendo col risultare perdente in una battaglia che invece sul campo aveva vinto. Per il resto, vince quasi sempre, e su tutti i fronti. Quando nel 1814 se ne va in esilio sull'isola d'Elba, lo fa con questo messaggio:

Siccome le potenze alleate hanno dichiarato che l'imperatore Napoleone è il solo ostacolo al ristabilimento della pace in Europa, l'imperatore Napoleone, fedele al suo giuramento, dichiara di rinunciare per sé e per i suoi eredi al trono di Francia e d'Italia, poiché non vi è sacrificio personale, neppur quello della vita, che egli non sia pronto a compiere per la Francia.

Di questo messaggio, dice Dumas, l'originale è ora andato perduto. Sarà dunque vero che Napoleone scrisse proprio quelle parole? Se sì, è veramente un modo egregio di "arrendersi", volontariamente, e per il bene della Francia. E dopo di questa sua uscita dalle scene politiche per un anno il mondo parve vuoto. (Pagina 126)

Nell'introduzione scritta da Riccardo Reim ho letto che Dumas aveva un rapporto controverso con Napoleone. Suo padre infatti era stato generale dei dragoni, poi caduto in rovina e quindi bistrattato dall'imperatore. Secondo Reim è per questo che Dumas sceglie di trattare la vita di Napoleone con uno stile strettamente biografico e non romanzato, e devo dire che io personalmente ho apprezzato questa decisione. Dopo la delusione avuta con avevo infatti paura di non riuscire ad apprezzare di nuovo Dumas, invece la scrittura da lui utilizzata in Napoleone mi è piaciuta. Durante le battaglie dà una descrizione, come ho detto, forse un po' troppo dettagliata di tutto quello che succede, mentre dà per scontate le cose più importanti che immagina tutti sappiamo (ma io no, o almeno non tutte!), però nel complesso l'ho apprezzato molto, anche perché poi ogni tanto uscivano fuori quelle frasi tipiche di Dumas in cui esalta l'eroe con poche parole. Una su tutte: quando (credo siamo nel 1793) il giovanissimo Napoleone riceve il grado di generale della brigata, Dumas ci dice che a questo punto lo prende la storia, per non più lasciarlo. (Pagina 27)

Insomma, Dumas mi ha fatto conoscere Napoleone Bonaparte sotto svariati punti di vista, ed è riuscito a farmelo amare nonostante i suoi difetti, tanto che alla fine, durante il suo secondo e ultimo esilio a Sant'Elena, mi dispiaceva veramente per lui e per le privazioni che era costretto a subire.

La copertina è del tipo che piace a me, con un'immagine a tutta pagina, estremamente calzante, quindi ha sicuramente la mia approvazione, anche se di per sé l'immagine non è niente di che. Il titolo: più semolice di così non si può!

Commento generale.

Mi piacciono molto le biografie dei grandi personaggi storici, ma poi non ne leggo mai. Questa qui non ricordo neanche più perché l'ho presa, e quasi non volevo leggerla temendo di annoiarmi, invece (o forse proprio per questo) mi è piaciuta molto più di quanto immaginassi.

Curiosità
Bonus

Ovviamente leggendo questo libro mi veniva in mente più volte la poesia di Alessandro Manzoni dedicata a Napoleone, "Il 5 Maggio". Chi non ne ha imparato a scuola almeno qualche verso? A QUESTO link c'è l'intero testo, qui vi riporto soltanto i miei brani preferiti:

Lui sfolgorante in solio
Vide il mio genio e tacque;
Quando, con vece assidua,
Cadde, risorse e giacque
[...]
Dall'Alpi alle Piramidi,
Dal Manzanarre al Reno,
Di quel securo il fulmine
Tenea dietro al baleno;
Scoppiò da Scilla al Tanai,
Dall'uno all'altro mar.

Sfide

Un po' di frasi

Quando si scrive la biografia di un Giulio Cesare, di un Carlomagno o di un Napoleone, la lanterna di Diogene non serve più cercare l'uomo: l'uomo vien trovato dalla posterità e appare agli occhi del mondo radioso e sublime. Quello che occorre dunque seguire, è il cammino da lui percorso prima di arrivare al suo piedistallo, e più le tracce che ha lasciato in certi punti della via sono leggere, meno sono note e quindi più destano la curiosità.

Era suppergiù il discorso che millenovecento anni prima Annibale aveva tenuto ai suoi soldati; e tra quei due uomini, in millenovecento anni, non era passato che un altro uomo solo che fosse degno di essere loro paragonato: Cesare!

Bonaparte gli mostra la pianura disseminata di morti e gli chiede cosa ne pensa della battaglia. Desaix abbraccia tutto con un'occhiata.

"Dico che è perduta", risponde; poi, cavando l'orologio: "Ma non sono che le tre e abbiamo ancora il tempo di vincerne un'altra".

Bonaparte primo console aveva creato delle repubbliche; Napoleone imperatore le cambiava in feudi. Erede delle tre dinastie che avevano regnato sulla Francia, volle aumentare ancora la successione di Carlomagno, e l'Europa fu costretta a stare a guardare.

Così comincia nel 1813 quella famosa campagna del 1814, nella quale Napoleone dovrà essere vincitore ovunque sarà presente, e vinto ovunque sarà assente.

Esposto alle fazioni che dividono il mio paese e all'inimicizia delle più grandi potenze, io ho chiuso la mia carriera politica. Vengo, come Temistocle, a sedermi al focolare del popolo britannico. Mi metto sotto la protezione delle sue leggi, che io reclamo da Vostra Altezza Reale, come quella del più potente, del più costante, del più generoso tra i miei nemici.

Napoleone al Principe Reggente d'Inghilterra

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