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Napoleone e il lavoro

Creato il 16 luglio 2015 da Aquila1769
Riflesso Bonaparte
Come l'Imperatore interpretava il lavoro di Antonio Grillo
Napoleone è sempre stato un instancabile lavoratore. Diciamo pure che molti dei suoi successi sono stati diretta derivazione della sua sconfinata capacità di concentrazione e della sua instancabile attività che si protraeva per molte ore al giorno, spesso non lasciando spazio nemmeno al pranzo.

Bonaparte era nato per il lavoro, la sua sveglia suonava molto presto al mattino e da quel momento cominciava la sua attività. La sua mente era capace di passare istantaneamente da un argomento all'altro senza mai perdere un minimo di lucidità. Dettava in continuazione ai suoi segretari che si affannavano per riuscire a stare dietro a una macchina instancabile.

Napoleone era capace di passare tranquillamente dal dedicare parole d'amore alla sua adorata Giuseppina, ad emanare un proclama ai suoi soldati, a scrivere e re e monarchi d'Europa. 

Ma ascoltiamo direttamente le parole dell'Imperatore, vediamo come egli stesso definisce la sua capacità lavorativa.

Bonaparte dice:" Il lavoro è il mio elemento, sono nato per il lavoro, sono adatto al lavoro. So quando le mie gambe si rifiutano di servirmi, conosco i limiti della mia capacità visiva. I limiti della mia capacità di lavoro non li conosco."

Essere capace di concentrarsi per così  tanto tempo dava a Napoleone la possibilità di penetrare profondamente ogni problema, non trascurando nessun dettaglio. Anzi proprio la perfetta conoscenza dei particolari lo rendeva in grado di essere sempre preparato ad ogni evenienza.

Questa grande capacità era decisiva nella preparazione delle battaglie. Conoscere perfettamente i luoghi, le forze in campo, gli equipaggiamenti lo metteva in una situazione di superiorità rispetto ai nemici.
Il lavoro lo esaltava, lo faceva essere ottimista, gli ispirava pensieri e riflessioni, come quella sul suicidio

Napoleone un genio completo.
Vive l'Empereur
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