Mentre la terza città d’Italia, è vergognosamente dominata dai rifiuti in bella mostra sia al centro sia nei quartieri periferici della città, la Digos e la Guardia di Finanza di Napoli portano a termine una brillante operazione.
Ieri mattina, infatti, quando i cittadini napoletani e i coraggiosi turisti erano costretti a slalom tra i sacchetti puzzolenti, venivano arrestati Giovanni Faggiano, ex amministratore delegato Enerambiente s.p.a. (società ora in liquidazione), e Corrado Cigliano ex direttore operativo della stessa società ai quali, Isabella Iaselli, giudice per le indagini preliminari, ha concesso gli arresti domiciliari.
Estorsione e corruzione: queste le accuse che pendono su Faggiano e Cigliano i quali dopo avere stipulato accordi contrattuali con le cooperative, minacciarono la fine dell’accordo se non avessero ricevuto somme di denaro per dirigenti, amministratori e collaboratori di Enerambiente e per i funzionari di Asia con la quale erano convenzionati.
Questi provvedimenti cautelari, sono solo la parte conclusiva di una più ampia inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Napoli, all’indomani della devastazione degli uffici e di 52 mezzi di Enerambiente (alla quale per molti anni è stata appaltala la raccolta rifiuti solidi urbani della città partenopea ) nel settembre 2010.
Secondo gli inquirenti, gli imputati, infatti, avrebbero costretto i responsabili di alcune ditte specializzate nel settore dei rifiuti a versare loro somme di denaro, in cambio di subappalti.
Parte di quel denaro, stando alle indagini, veniva, girato ai funzionari dell’Asia Napoli spa (azienda in house del comune di Napoli, competente nel servizio di igiene urbana su tutto il territorio cittadino) la stessa, che si occupava di bandire le gare d’appalto pare, con gravi irregolarità nelle procedure di assegnazione e che oggi, oltre a ritenersi estranea ai fatti, dichiara di aver cessato i rapporti con Enerambiente il 30 novembre 2010 per volontà della stessa Asia Napoli spa.
L’azienda in una nota stampa prosegue dichiarando come si sia « adoperata per restringere l’area di intervento di ditte private di appalto nel Comune di Napoli ricercando l’obiettivo della gestione diretta di tutti i servizi offerti alla città. Con questo spirito, pur di fronte a ostacoli organizzativi, tecnici, logistici e finanziari, la nostra società si è mossa coerentemente con gli indirizzi dell’amministrazione comunale»
Eppure, gli arresti di oggi, uniti alle tante perquisizioni, ancora in corsa in diverse regioni d’Italia, costituiscono, secondo la procura un secondo snodo importante per le indagini.
Il primo, veniva, infatti, districato ad aprile, quando, sei erano le persone arrestate tra cui l’ex consigliere provinciale del popolo delle libertà Davide Cigliano, con il padre Antonio, il fratello Corrado,e Salvatore Fiorito, presidente di “Davideco”, cooperativa sociale operante nel settore dei rifiuti.
L’inchiesta, portata avanti con determinazione dalla procura della Repubblica di Napoli, si arricchisce oggi di nuovi sviluppi tradotti, per l’Asia, in una nuova bufera.
Pare, infatti, che siano venute a galla assunzioni inutili (oltre che illegali) e tangenti che, secondo gli inquirenti, venivano versate ai funzionari dell’azienda la quale, glissando sui 5 indagati al suo interno, afferma: «Laddove emergessero responsabilità di ogni tipo ascrivibili alla condotta di dipendenti Asia Napoli spa l’azienda non esiterà ad assumere immediatamente ogni legittimo atto a propria tutela. Anche per questo confidiamo che l’azione inquirente, cui va il nostro plauso, si concluda rapidamente acclarando ogni fatto e circostanza».
E se da un lato il Comune si costituirà parte civile «Lo faremo già nel procedimento penale. Siamo contenti che la magistratura agisca, magari – afferma il sindaco De Magistris – ci dà una mano per rafforzare quelle strutture nelle quali stiamo dando il massimo nell’interesse dei cittadini» dall’altro, Salvatore Fiorito (responsabile di una delle società cui Enerambiente aveva illegalmente subappaltato la raccolta dei rifiuti in alcune aree del capoluogo campano) afferma «Noi dovevamo prendere tutte queste persone a lavorare, altrimenti non avremmo avuto il lavoro, perdevamo i contratti».Se fatti e le circostanze vengono accennate nella nota dell’azienda, dalle indagini sarebbe invece emerso come Enerambiente, cui Asia aveva appaltato la raccolta dei rifiuti in alcuni quartieri della città, si serviva a sua volta di due cooperative, la San Marco e Davideco, effettivamente non necessarie per lo svolgimento del lavoro.
Non solo.
Faggiano e Cigliano stilavano una lista di personale sulla base di indicazioni preferenziali da parte dei dirigenti Enerambiente, sponsor politici e rappresentanti sindacali, imponendone l’assunzione.
Estraneità sui reclutamenti “extra” che però si materializza nella cooperativa San Marco, costretta ad assumere tale Kaori Nogami, amica di Corrado Cigliano. L’amicizia, si sa, è un tesoro, soprattutto in tempi di crisi dove oltre a garantire lavoro senza neanche pretendere alcun tipo di prestazione lavorativa, vale ancora 1300 euro al mese.
Giuseppe Parente