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La notizia buona è che nel mese di febbraio non ci saranno altre partite. Per cui a marzo non si potrà fare di peggio. En plein: quattro sconfitte in campionato e una in Champions League, dieci gol subiti e neanche uno realizzato. Aggiungiamoci pure l’eliminazione dai quarti di Coppa Italia che ha dato il via alla striscia negativa. L’Inter non c’è più. Probabilmente è una questione troppo complessa da spiegare scegliendo la scorciatoia delle responsabilità da cercare nei calciatori o nell’allenatore. È il progetto degli ultimi due anni ad essere clamorosamente fallito. Per cui si dovrebbe cominciare a fare un po’ di ordine in sede dirigenziale.
Non c’è più niente che funzioni. Contro il Napoli, i nerazzurri hanno fatto da sparring partner dal primo all’ultimo minuto. Involuti, lenti e incapaci di organizzare una parvenza di manovra. La vana speranza di riuscire a portare a casa un pareggio sparacchiando palloni in avanti secondo lo schema più utilizzato nei campetti dell’oratorio (alla “viva il parroco”). Se i migliori in campo sono stati Lucio e Samuel, qualcosa vorrà pur dire. Come i sette corner a zero dopo soli 25 minuti di gioco. O l’incapacità di sfruttare la superiorità numerica nel finale, quando pure Pazzini è riuscito a divorarsi un gol quasi fatto. Ma neanche in undici contro dieci i nerazzurri sono sembrati in grado di condurre il gioco. La partita l’ha fatta sempre il Napoli. Nel primo tempo, soltanto un volo spettacolare di Julio Cesar ha negato la gioia del gol a Dzemaili, che sostituiva lo squalificato Hamsik e che nella ripresa ha servito l’assist vincente a Lavezzi. L’Inter si è vista soltanto con una punizione velenosa di Sneijder finita fuori d’un soffio. Per il resto, assoluta abulia. Forlan non pervenuto, Faraoni (che sostituiva Maicon) costantemente in difficoltà su Lavezzi e Zuniga. La solita squadra spezzata in due e priva di dinamismo a centrocampo, quasi mai capace di arrivare sul fondo e mettere palloni pericolosi in area. I cross telefonati dalla trequarti, prevedibili e lenti, non possono creare alcuna apprensione alle difese avversarie schierate. E poi la solita confusione tattica di Ranieri, che ha iniziato con il 4-3-1-2 e nell’intervallo è passato al 3-5-2, dopo avere sostituito Forlan e Sneijder con Cordoba e Pazzini. Amaro contrappasso del fallimentare esperimento tentato a inizio stagione da Gasperini.
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