A Napoli si combatte una guerra civile.
Due eserciti contrapposti: il primo formato da noi, napoletani perbene, cittadini italiani, soldati disciplinati governati da generali spesso eroici e a volte traditori. Siamo le truppe più numerose ma, nonostante ciò, costretti a difenderci, bloccati dietro la trincea. Le nostre armi sono la cultura, il rispetto delle regole, la legalità, la forza della giustizia e l’idea del bene comune. Respingiamo ogni forma di prepotenza e neghiamo la violenza, sogniamo una città normale e vivibile.
Crediamo nelle Istituzioni, amiamo la Vita.
Ogni giorno, però, subiamo le angherie dell’altro esercito, le milizie del male, i soldati della camorra.
Questi «mostri» sono ovunque, ratti che vivono nell’illegalità, topi senza etica, gente sporca e priva di morale, delinquenti pronti ad uccidere il fratello per conquistare il potere della distruzione. L’esercito del male, pur se in netta minoranza, è spietato. Tra le sue file vige l’odio e la vendetta. Ogni membro è cresciuto tra la violenza e l’arroganza e, anche tra i più giovani, è indelebile il ricordo di un parente morto ammazzato. La vita di questi soldati non vale nulla, sono consci che moriranno presto e la loro anima è insanguinata, forse incurabile.
Questi «mostri» non credono a nulla perché odiano la Vita.
Questa notte l’esercito del male ha attaccato e distrutto una nostra fortezza, simbolo della cultura e ritrovo di migliaia di studenti, La Città della Scienza di Napoli.
Come in ogni guerra cruenta, non viene risparmiato nessuno. Le icone del sapere colpite senza pietà, le strutture cardine della società civile bruciate senza vergogna.
Nemmeno un mese fa sono stato a Bagnoli, una giornata tra esperimenti, giochi e divertimento. Parlare oggi della Città della Scienza è come rievocare un caro estinto ed il ricordo viene mortificato dalle foto dei capannoni che inceneriscono, ogni immagine una pugnalata alla coscienza di noi napoletani perbene, soldati fedeli all’esercito del bene.
Il raid distruttivo ha dimostrato la forza e la malvagità di questi barbari, atti codardi sintomo della disperazione di belve feroci.
E allora, il giorno dopo, non resta che rivolgere l’ennesimo appello al nostro alleato, lo Stato Italiano: fate presto, Napoli ha bisogno di pace, ogni parola ed appello è superfluo, per favore annientate la camorra.
MMo