Napoli, manifestazione contro il vertice della Bce: una battaglia a lungo termine

Creato il 04 ottobre 2014 da Nicola933
di Consiglia Grande - 4 ottobre 2014

Di Consiglia Grande. Napoli, il Vertice della Bce si è riunito alla Reggia di Capodimente. Le persone hanno approfittato per manifestare contro di esso: il tutto era iniziato tranquillamente; la protesta procedeva a ritmi moderati, quando intorno alle 12:00 della scorsa mattina, le forze dell’ordine sono intervenute con idranti e lacrimogeni per frenare il potenziale tumulto.

Ecco la ricostruzione del tutto: alle 9:00 di giovedì due ottobre, si è tenuto il raduno degli attivisti sotto le intemperie metereologiche, dai Colli Aminei. Arrivano i primi manifestanti in via Saverio Gatto, muniti di fotocamere e videocamere. Sembrano giovanissimi. Nel frattempo il vertice della Bce è stato scortato dalle forze dell’ordine nella Reggia di Capodimonte in cui era previsto il confronto.

Eppure, il corteo non sembra finalizzato solo alla neutralizzazione delle operazioni made in Bce, ma raggruppa le voci di tutti quei napoletani e non, che al momento subiscono un disagio: esodati, disoccupati, stranieri, studenti, cassaintegrati della Fiat, famiglie che arrivano dalla Terra dei Fuochi, accumunati dalla stessa viva necessità di ottenere visibilità. Lamentele contro lo stato, contro i politici, contro le banche, contro i media.

Tra i manifestanti, compaiono alcune donne ucraine: ‘Unione Europea Vergogna. Siamo qui per denunciare le armate che stanno insanguinando il Dobass.’ Urlano esponendo l’insanguinata bandiera dell’Ucraina.

Altri si scagliano contro la crisi, irrisolta ancora forse più per volontà, che per impossibilità: Via i pirati finanziari del turbo capitalismo, i bankster mercatisti. La banca centrale europea è una organizzazione antisociale.

Nonostante tutto, la situazione è stabile: il clima si riconferma innocuo. Le forze dell’ordine sono sul posto, per adocchiare la situazione, ma non si percepisce alcun tipo di disturbo.

Un’ora dopo all’incica, una voce dall’altoparlante chiama a raccolta tutti quelli che si trovano in zona, indistintamente: Buongiorno a tutti. Siamo in piazza perché abbiamo bisogno di parlare, di risolvere il dramma della disoccupazione… Siamo in piazza per gli ospedali che non funzionano, per l’università che viene aggredita ogni giorno, per le imprese che insieme alle banche sono coloro che continuano ad arricchirsi in questa crisi.

La folla si gasa: Aspettate i black block?! Siamo noi quelli che hanno chiamato black block. Siamo noi che manifestiamo a volto scoperto, noi che paghiamo la crisi sulla nostra  pelle, noi studenti, noi senza reddito, noi disoccupati, noi lavoratori che stiamo vedendo crollare gli ultimi diritti. Unitevi a noi. Siamo dalla stessa parte. Siamo quelli che non riescono ad arrivare a fine mese e lottiamo per difendere la nostra dignità, le nostre famiglie, il nostro futuro. Aprite i negozi, non fatevi strumentalizzare. I veri black bloc sono quelli in giacca e cravatta che adesso si sono presi pure la reggia di Capodimonte.

Qualcuno espone uno striscione con un maiale, simbolo dell’euro in fuga. Lo speaker vuole far capire che quella del momento sarà solo l’inizio di una battaglia quotidiana, prima contro la Bce, poi contro politici, la riforma del lavoro altamente discutibile, la precarietà, la disoccupazione.

I manifestanti indossano maschere nere e senza volto di Pulcinella, per rendersi l’uno uguale all’altro; per operare ad armi pari contro lo stesso male.

Intanto il corteo si allunga in via Alfonso Gatto: ogni cosa è blindata, dalle scuola alle vetrine dei negozi, alle banche stesse. Arriva poi, ben numeroso visto che conta almeno 1000 persone, in via Edoardo Nicolardi. Ad attenderlo le forze dell’ordine in tenuta antisommossa, per la prima volta munuti di microcamere montate sulla divisa.

Le forze dell’ordine indietreggiano; le persone prestano attenzione alla scena di altissima tensione: qualcuno ne approfitta per riprendere il tutto con telefonini e videocamere. Qualcuno invece è indignato: Lo abbiamo detto dall’inizio che sarebbe stata una manifestazione pacifica di qualche migliaio di persone. Ma la polizia ha messo su un sistema di sicurezza pazzesco, forse qualcuno vuole fare carriera … In questi giorni si é fatto in terrorismo mediatico su questa manifestazione, un clima alimentato dalla polizia stessa. Ma gli unici di cui avere paura oggi sono i 18 riuniti nella Reggia di Capodimonte, sono loro che ci stanno ammazzando.

La situazione comincia a complicarsi: si alza un fumo acre, probabilmente l’ennesimo fumogeno scagliato dalle forze dell’ordine. Vengono poi gettati dei petardi nei pressi del Tribunale dei minori, incorniciato dal boato DAVIDE VIVE! La tensione è alle stelle: alcuni manifestanti si coprono il volto.

Il corteo, intorno alle 12:00, è di circa tremila persone; adesso sfila sotto il CTO e si sta imboccando la strada di accesso alla Reggia. Le forze dell’ordine intervengono,alzando gli scudi. Il corteo si spacca: c’è chi avanza e chi è impedito a passare.

Uno del manifestanti riesce a divincolarsi e con l’aiuto di un altro, poggia una scala contro il muro della reggia di Capodimonte, e impugnando un cartello, comincia ad avviarsi in cima. La polizia fa partire gli idranti; puntando alla scala. Il corteo è sorpreso, ma trova la forza di ricompattarsi. Le forze dell’ordine ripassano ai lacrimogeni e scoppia qualche petardo, ma quando ricomincia a piovere, la situazione si ristabilizza. Gli agenti calano gli scudi e il corteo è pronto a ripartire.

A seguito, il manifestante che ha tentato di scavalcare nella Reggia, Mario Avoletto, viene portato in questura. Lo si conosceva già, vista la sua storica fama di rappresentante di insurrezioni e movimenti napoletani. A questo punto manifestanti e forze dell’ordine scendono a compromessi: quest’ultime promettono che rilasceranno Mario, se il corteo proseguirà verso il centro città. I manifestanti accettano; si voltano in direzione del corso Amedeo di Savoia, per continuare al centro. Ma la promessa non è mantenuta: il giovane viene comunque portato in questura.

I manifestanti allora svincolano per i vicoli del Rione Sanità: vogliono coinvolgere tutta Napoli in quell’intento. La gente dai bassi e dai balconi, che siano mamme, anziani, giovani disoccupati e persino precari si uniscono a quella ‘preghiera': Siamo con voi, siamo come voi.

Il corteo svolta poi in via Duomo, puntando alla stazione marittima, dove è in corso l’incontro tra le piccole e medie imprese e c’è il presidente Napolitano. Si prosegue per Corso Umberto, fino ad arrivare a Piazza Giovanni Bovio, in cui si ha la notizia del rilascio del manifestante precedentemente deportato in questura, denunciato per il reato di invasione di edificio. La folla è pronta ad accoglierlo: Non ho fatto niente di particolare. Sono salito su una scala con un cartello ‘No Bce. Saremo inflessibili. Jatavenne’. La mia era solo una azione dimostrativa. Volevo dimostrare che nonostante un meccanismo di blindatura, costato milioni di euro alla comunità, si poteva bucare la zona rossa. Volevo dimostrare che è possibile ribellarsi. Si vedeva che sulla scala ero da solo, ma non hanno avuto timore a utilizzare idranti e lacrimogeni a fronte di niente. Questi signori che decidono delle nostre vite non potevano sopportare che qualcuno bucasse la loro zona rossa per dire che sono loro i nostri affamatori.

Il corteo da questo momento si scioglie, dopo ben sei ore di marcia. Sono circa le tre del pomeriggio ed è smesso di piovere. Masaniello sarebbe fiero di tutto ciò.


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