Magazine Cultura
La cosa tragica è che sono tutti veritieri.
Leggere con cautela.
Da sabato sera ho la bacheca di Facebook letteralmente invasa da proteste e rimostranze di tifosi napoletani, che si lamentano del fatto di essere stati vittime di pesanti insulti a sfondo razziale. I cartelloni dei tifosi juventini sono sempre gli stessi (come sono sempre gli stessi quelli dei veronesi, dei milanisti, degli interisti e di tutte le squadre a nord del Tevere) e recitano le solite pantomime: “Vesuvio lavali col fuoco”, “Benvenuti in Italia”, “Napoli non è Italia”, eccetera eccetera eccetera.
Grandissimo scalpore e grande risonanza mediatica ha suscitato il video del giornalista del TGR Piemonte, il quale capisce che gli juventini si accorgono della presenza dei tifosi partenopei perché “Li distinguete dalla puzza”.
Tutto condannabile.
Tutto esecrabile.
Tra l'altro il giornalista è stato pure sospeso.
Caso strano – caso strano – nessuno tra coloro che si sono indignati per l’accoppiata coro razzista+giornalista incompetente si è indignato o ha condannato il gesto esecrabile compiuto dai loro “compagni di tifo” napoletani.
Che hanno distrutto il settore ospiti dello Juventus Stadium.
Trovate QUI la notizia.
Trovo assolutamente ridicolo il sostegno unilaterale a seconda del tifo per una squadra di calcio. Non ho trovato nessun tifoso napoletano che abbia protestato per gli atti di vandalismo allo stadio. Tutti invece a piangere lacrime napulitane per gli insulti razzisti.
Che sono beceri e odiosi, certo…ma forse – forse – nemmeno così tanto insensati.
Perché il napoletano, ovunque si trova, ha sempre modo di farsi riconoscere.
Perché se il napoletano, quando va in trasferta, non distrugge una stazione o uno stadio, non è contento.
Ordinaria amministrazione domenicale
E attenzione: non faccio di tutta un’erba un fascio.
Persone per bene ci sono.
Ma per una persona per bene, ci sono 20 merde che si comportano “una chiavica”.
Che sia lo stadio, che sia sui mezzi pubblici, che sia per le strade della città.
Ieri accompagnavo Deborah a casa.
Mentre stavamo per arrivare alla stazione della metropolitana abbiamo visto questa signora con un beagle che ha gettato a terra la busta con il “ricordino” del suo fido animale esclamando: “Tanto Napoli fa schifo così di suo, che mi frega.”
La risposta mi è uscita dal cuore: “Grazie, signora. Contribuiamo a sporcare l’ambiente…”
Lei si è voltata, e tutta stizzita, ha replicato: “Ah sì! E’ normale! Questa città fa schifo, è giusto che sia così. Me ne vanto di sporcare l’ambiente!”
È seguito tra me e lei un alterco di qualche minuto, nel quale è uscito fuori tutto il peggio del peggio del cliché di chi ha torto, ma vuole pretendere di avere ragione.
“Napoli è sporca, quindi la sporco.”
“Io non mi vergogno, dovrebbe vergognarsi lei.”
“Non è colpa mia se Napoli è una merda, ma visto che lo è…allora chi se ne frega.”
E così via.
(in tutto questo, mentre incalzavo la signora che regalava queste perle di saggezza e anti-legalità, lei accelerava il passo e scappava…)
La casa che si meriterebbero certe persone...
E allora hanno ragione quelli del Nord quando dicono che noi napoletani non siamo italiani. Tecnicamente, non siamo nemmeno napoletani, e nemmeno esseri umani: siamo solo incivili, che non sappiamo stare al mondo. Perché a coloro che ci “odiano” regaliamo tutte le motivazioni, tutte le scusanti e tutti gli appigli utili per giustificare il loro astio nei nostri confronti.
Se non cominciamo ad avere rispetto prima noi per noi stessi, come pensiamo di poter pretendere rispetto dagli altri?
Ps: per me non c’è differenza tra le merde juventine che cantano cori razzisti e le merde napoletane che distruggono lo stadio. Sono merde in egual misura. Le due facce della stessa medaglia. E non si tratta nemmeno di tifosi. Spero che questo sia chiaro. La cosa triste è che, invece di parlare dell'incrocio di Cavani o della Juventus che ha sbloccato una partita per due cambi azzeccatissimi al 79°, si finisce sempre, sistematicamente, a parlare di questo.
Che non è calcio.
Ma è inciviltà.
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