Non passano mai di moda alcuni detti nel calcio. “Gol sbagliato (i), gol subito”, o anche “la dura legge del gol”: Napoli-Porto è l’emblema di quanto sopra. Il Napoli saluta l’Europa League agli ottavi di finale, eliminato dopo il 2-2 che matura al San Paolo e che fa seguito all’1-0 per i portoghesi maturato sette giorni fa all’andata.
Stregata la partita per il Napoli: una marea di occasioni sciupate contro una delle difese più svagate mai viste a queste latitudini, condizionata evidentemente dalle assenze di Alex Sandro (squalifica) e Helton (infortunio). E non è bastata nemmeno la spinta di un San Paolo strapieno che, per più di un’ora, si è goduto una squadra bellissima ma, inesorabilmente, sciupona. Benitez aveva preparato alla grande il match, con Henrique scelto al posto di Reveillere per bloccare Quaresma (o Varela), Pandev e Insigne al posto degli stanchi Hamsik e Callejon.
L’inizio è stato quasi scioccante per i portoghesi: Mertens indiavolato, Pandev in palla, Insigne generoso e con qualità. Behrami, una volta di più, ringhia su ogni pallone e copre alla perfezione un più che positivo Henrique.
Le occasioni fioccano: Mertens è anticipato due volte al momento del tiro in extremis, poi il belga fa da sponda per l’inserimento di Henrique che calcia al volo, e di prima, sfiorando il palo alla sinistra di Fabiano. Insigne a tu per tu col portiere di riserva del Porto calcia debolmente ma un minuto dopo imbecca alla grande Higuain che però non è lucido e non riesce né a stoppare né a concludere con decisione da ottima posizione. Insomma, gli azzurri sono un uragano.
Il gol al 20′ è quasi scontato: Higuain scatta in profondità, temporeggia e serve sul filo del fuorigioco (errore madornale di Ricardo) Pandev, bravo a superare Fabiano con un tocco morbido. Il gol tranquillizza il Napoli che può respirare: i dieci minuti di sterile possesso palla degli ospiti fruttano solo una bordata di fischi per Quaresma, non ai livelli dell’andata. Il Napoli, dopo la mezz’ora, riprende a macinare gioco e occasioni: Mertens si fionda su una palla vagante in area ma Fabiano respinge la conclusione, ancora il belga non è cattivo sotto porta su uno splendido lancio di 40 metri firmato Higuain. Anche Insigne continua a sprecare, non approfittando di un goffo intervento di Danilo, tra i peggiori dei suoi. Al 45′ è 1-0, incredibile ma vero.
Il Napoli inizia la ripresa allo stesso modo: pressing asfissiante, rapide ripartenze, giocate in verticale. E il Porto, non si sa come, si salva ancora: Fabiano respinge come può un colpo di testa da due passi di Insigne su cross di Mertens. I lusitani si rendono pericolosi per la prima volta al 57′, col colpo di testa di Carlos Eduardo, finito fuori di un soffio. Un minuto dopo, la svolta del match: Higuain in piena area, rientra sul sinistro e calcia a botta sicura: Fabiano respinge in angolo, il “Pipita”, come a Dortmund, sbaglia nel momento cruciale. Sembra un sortilegio, in effetti lo è: al 68′, il neo-entrato Ghilas (l’algerino già decise la sfida nei sedicesimi contro l’Eintracht), approfitta dell’unica disattenzione della difesa azzurra e infila Reina con un preciso rasoterra. Il contraccolpo, ovvio, è micidiale: il Napoli scompare dal campo e il Porto non si fa sfuggire l’occasione. Sette minuti dopo, al 75′, è Quaresma a battere per la seconda volta Reina con un gran sinistro sotto la traversa. Il discorso qualificazione finisce lì, l’orgoglio partenopeo è però vivo. Nel recupero, ci pensa Zapata (al secondo gol stagionale dopo Marsiglia) a evitare la prima sconfitta interna in Europa degli azzurri dopo 19 anni (fu l’Eintracht, nel dicembre del ’94, l’ultima squadra a compiere l’impresa). Gli applausi del San Paolo la dicono lunga: eliminazione ingiusta, ma nel calcio vige la dura legge del gol.
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