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“napoli prima e dopo” n. 32 (26/07/2014): il “prima” c’e’ …. ma il “dopo”

Creato il 28 luglio 2014 da Musicstarsblog @MusicStarStaff

“NAPOLI PRIMA E DOPO” N. 32 (26/07/2014): IL “PRIMA” C’E’ …. MA IL “DOPO”

Il “festival” della canzone classica napoletana conta ormai, con quella di sabato 26 luglio, 32 edizioni e comincia, a dire il vero, non solo da quest’anno, ad accusare segni di stanchezza, anzi, su di esso incomberebbe persino la minaccia di “estinzione”, come teme seriamente il suo “patron” Pino Moris, che lamenta l’indifferenza delle strutture pubbliche, che non danno una mano e il rischio di perdita di “un genere che va oltre il tempo, che va proposto e sostenuto come l’opera lirica”.

Sacrosante intenzioni, pienamente giustificate e condivisibili, la musica napoletana è patrimonio nazionale, storico, espressione di un modo di sentire e del carattere di un popolo – ha un pubblico persino fra gli Italiani all’estero che guardano “Napoli prima e dopo” – e come tale va difesa e salvaguardata, su questo si può concordare, lo si può di meno sulla formula, che di anno in anno non si schioda da schemi ripetitivi e sulla scelta del “cast” canoro, con la tendenza a riproporre gli stessi interpreti. Non c’è molto da dire, sulla manifestazione 2014, rispetto al passato, sicuramente movimentati gli “sketch” alla Sandra e Raimondo dei due conduttori, Gloriana e Pupo, con i loro battibecchi iniziati con lo “smarrimento di rotta” del presentatore in apertura di trasmissione, incorso assieme alla sua “partner”, su una specie di “bagnarola” a remi, nella (finta) disavventura di finire davanti al Castel dell’Ovo anziché al Maschio Angioino (“location” della trasmissione), con conseguenti rimbrotti di lei “Inverti la rotta, mozzo, anzi, ‘mezzo’ mozzo” e Pupo “Pensavo che il Castel dell’Ovo fosse un dolce con la crema pasticcera o la meringa”, dopodichè ha intonato con aria “sfottò” la tragicomica “E la barca tornò sola”, da seguire anche gli “sfiziosi aneddoti” raccontati dalla “regina della sceneggiata” su autori e grandi artisti della tradizione partenopea e curiosa la precisazione sul significato del numero 32 nella Smorfia, che corrisponde al capitone (ce lo giochiamo?), ossia all’anguilla, riuscito anche il duetto Pupo-Gloriana sulle note di “Come facette mammeta”, ulteriormente rivelatore del notevole affiatamento sulla scena dell’accoppiata. Ancora qualche bel momento regalato dal “Techetechetè” in bianco e nero che nostalgicamente vedeva scorrere gli “rvm” di due “monumenti” come Totò e Eduardo De Filippo a cui l’attore Gino Rivieccio ha reso un tributo in un breve passaggio di “Natale a casa Cupiello” e dalle fantasiose coreografie.

Per quanto riguarda il resto, si possono citare nuovamente Sandra e Raimondo, “Stasera niente di nuovo” (loro avevano previsto più di 30 anni fa il destino della tv), stessi ospiti dell’anno scorso, Peppino di Capri, Lina Sastri, Nino d’Angelo, Antonello Rondi e poi Emanuela Villa e Sal da Vinci, gli ultimi due della serie tenuti “in panchina” fino alla stagione estiva, più qualche altro ”veterano” di guerra, fra cui Tosca, Fausto Leali, Gianni Nazzaro e Antonella Ruggiero, con gigantesco “foulard” a tovaglia che la rimpicciolisce più che mai, fra i giovani solo la non universalmente conosciuta Serena Rossi e il “Duo Lirico” trionfatore di “Ti lascio una canzone” Federica Falzon e Vincenzo Carnì, premiati per meriti artistici i “belli” di molte “fiction” popolari, Serena Autieri, dotata di una voce impensabile, già sfoderata a “Tale e Quale show”, lasciando intravedere una possibile carriera parallela, Sergio Assisi e Bianca Guaccero, che consiglia ai ragazzi che vorrebbero inserirsi nello spettacolo di “Non rinunciare ai sogni”, ci mancava solo la tipica frase-ritornello da “arrivata” a completare il quadro.

La serata è stata vista da 3milioni di telespettatori, ma nel 2011 e 2012 la media era di 3milioni e 200mila, è possibile un rilancio?Forse si deve partire dal titolo, se è vero che c’è una Napoli musicale di “prima”, già sfruttata fino ad esaurimento, esiste anche un “dopo”, ci sono le nuove leve, così come cantanti da tempo “in carriera” ma di grande richiamo e attualità, che saprebbero rendere alla perfezione lo spirito della città e il repertorio a essa legato con “sound” più moderni e accattivanti o magari eseguendo qualche loro successo recente già considerato a tutti gli effetti un “classico”, come è avvenuto per “Caruso” di Dalla, che non risale certo a quando Berta filava, perché non interpellare Tullio De Piscopo, che è “giovane dentro” e ancora in grado di stupire, Edoardo Bennato, Pino Daniele, Teresa De Sio (dov’è finita?), non potrebbero rappresentare a meraviglia un’altra faccia della “napoletanità”?E penzatece, jamm’!

by Fede


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