Di Mirella Astarita. Roberto e Manuel dovrebbero essere i primi a rendere ufficiale la loro unione gay anche qui in Italia, a Napoli, grazie a De Magistris.
Roberto napoletano doc Manuel spagnolo, vivono in Spagna, dove hanno celebrato le proprie nozze, ma dovrebbero arrivare sabato per il pride a Napoli, e restare fino a lunedì, quando in comune De Magistris li aspetterò per testimoniare la loro unione, anche qui in Italia.
Questa coppia non è l’unica coppia che aspettava di poter regolarizzare il loro matrimonio a Napoli dopo la direttiva di Luigi de Magistris che obbliga da ieri il personale dell’Anagrafe e dell’ufficio elettorale a trascrivere anche i matrimoni gay celebrati all’estero. In coda ci sono altre due coppie che stanno preparando la documentazione necessaria. La prima vive a Napoli e l’altra in Canada.
Il sindaco ci tiene a precisare che il provvedimento da lui preso non ha solo un forte valore morale, ma anche un vero e proprio valore giuridico. Non si scherza e non si vive solo di bei gesti, a Napoli si “fanno i fatti” e la scelta di regolarizzare le nozze gay celebrate all’estero è una scelta coraggiosa e ponderata soprattutto tenendo conto delle polemiche e dei moralismi che accompagnano, da anni, questo argomento, questo tabù. “Mette a pari livello un matrimonio etero e uno omosessuale, per esempio per partecipare alle politiche sociali della città oppure all’assegnazione delle case. Ha, dunque, degli effetti concreti». Chiarisce il primo cittadino partenopeo. «L’atto che ho firmato viene inviato ad ambasciate e consolati cosicché tutti nel mondo sappiano che queste coppie che si sono sposate all’estero e decidono di risiedere a Napoli possono trascrivere il loro matrimonio», conclude l’ex pm napoletano. Quest’iniziativa, però, non è vista di buon occhio da tutti, e la prima critica arriva chiara e diretta da Maurizio Sacconi il capogruppo al Senato di Ncd: «Il sindaco di Napoli sa bene che la trascrizione nel registro non ha effetti giuridici, non basta solo apporre delle firme”. Per sacconi quest’iniziativa sarebbe un buco nell’acqua.
Bisogna aspettare lunedì per sapere, con certezza, quali saranno gli effetti di questa legalizzazione, che al di là del valore giuridico, dimostra come una città additata sempre di “arretratezza”, questa volta fa scacco matto.