“Il decreto di scioglimento del Consiglio Provinciale di Napoli – ha detto il presidente f.f. della Provincia di Napoli, Antonio Pentangelo – era un atto dovuto. Nei fatti, come richiamato anche sulla Gazzetta Ufficiale, tutto è disciplinato dagli artt. 53 e 69 del decreto legislativo 267/2000, che prevedono che nel caso di decadenza del presidente della Provincia, come accaduto con l’on. Luigi Cesaro, il vice presidente, la giunta ed il consiglio proseguono la loro attività fino alle prossime elezioni, che nel nostro caso cadrebbero nella primavera del 2014. Ecco perché parlo di atto dovuto, ma formale”.
“Nella realtà – ha continuato Antonio Pentangelo – ciò di cui oggi abbiamo tremendamente bisogno, è la chiarezza. Anche queste procedure, assolutamente legittime, rischiano solo di complicare il nostro percorso e di penalizzarci nella nostra credibilità istituzionale. I problemi reali sono altri, come la quantizzazione dei tagli e l’incertezza che gravita sul futuro delle Province e delle Città Metropolitane. Ieri, per esempio, il Consiglio di Stato si è pronunciato in maniera sibillina e un po’ pilatesca sul nostro ricorso che aveva procurato la sospensiva del TAR sulla ripartizione dei tagli tra le amministrazioni provinciali italiane. Si dice, in pratica, che una revisione dei tagli, sulla cui legittimità si esprimerà nel merito a maggio il TAR, produrrebbe ricadute sui bilanci degli altri enti coinvolti. Tutto ciò mi sembra paradossale, ovvero giustificare eventualmente un’ingiustizia per ragioni di opportunità. Questo mi preoccupa. Tutto il resto rende solo più problematica la nostra attività. Ma tutti, dal sottoscritto agli assessori ai consiglieri, siamo determinati e consci delle nostre responsabilità, per cui, dopo un’oretta di incertezze, abbiamo già ripreso tranquillamente la nostra attività e proseguito nell’agenda dei lavori della giornata”.