Napolitano con i presidenti delle camere Boldridi e Grasso
Con 738 voti Giorgio Napolitano è stato eletto per la seconda volta Presidente della Repubblica diventando il primo caso di rielezione nella storia della repubblica Italiana.
Ma più che storico il dato è fondamentalmente politico. Il PD, che si è proposto per guidare il paese alle scorse elezioni non è stato capace di esprimere un candidato che avesse l’appoggio di tutto il partito, sfaldandosi miseramente sotto gli occhi di tutti gli italiani. Qualcuno potrebbe pensare che la colpa è tutta di Grillo e delle sue Quirinarie che hanno portato all’ appoggio della candidatura di Stefano Rodotà, tra l’altro storico esponente della sinistra italiana. Niente di più sbagliato.
L’errore macroscopito è stato il tentativo di Bersani di tenere due piedi in una scarpa. Da una parte disposto persino a formare un governo di minoranza pur di non fare accordi di sorta con Berlusconi e dall’altra fulmineo nel chiedere appoggio proprio al PdL per la candidatura di Marini, che già non convinceva molto alcune aree del PD.
Al termine delle prime 2 votazioni il risultato era ridicolo: c’era più compattezza tra le fila di Berlusconi nell’appogiare un candidato di centrosinistra che tra il partito che lo aveva proposto.
Bersani appeno dopo aver rieletto Napolitano
Il cambio di rotta della giornata successiva, con la candidatura di Prodi ha aggravato ancora di più la situazione. Senza l’appoggio del PdL, Bersani ha sperato nel M5S senza ottenere nulla.
In mezzo a tutti questi balletti della politica spuntava il povero Rodotà: giurista, politico, primo garante della privacy, uomo attento alla modernità ma con un’enorme esperienza alle spalle che da politico del centrosinistra si è ritrovato vessillo dei cinquestelle. E’ ancora incomprensibile come mai non sia stato preso in considerazione dal PD dopo che anche Vendola e la sua SEL avevano deciso di sostenerlo.
Bersani e Stefano Rodotà, magari
Ed ora ci ritroviamo come 4 giorni fa, senza governo, con un Napolitano stanco e affannato che governa indirettamente ormai da 2 anni ma con un centrosinistra imploso e senza più un gruppo dirigente a guidarlo. Per non parlare della credibilità della politica che ormai è andata a farsi benedire.
Luca Celani