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Napolitano, faccia la grazia a noi o si dimetta

Creato il 03 agosto 2013 da Albertocapece

Napolitano-depliantBerlusconi si sente tradito. Dopo che il Quirinale aveva intessuto l’ingegneria cubista delle larghe intese, per rassicurare la Merkel, farsi rieleggere, ma anche creare il clima adatto al salvacondotto per Silvio, è arrivata la condanna. Mesi buttati via con un governo dei rinvii, incline alla menzogna, che non ha ottenuto nulla in Europa e record di disoccupazione e debito pubblico all’interno. Ora Berlusconi ha alzato la posta e pretende la grazia da Napolitano, lo scempio della Costituzione e della giustizia. Altrimenti, questo è il ricatto, giù il governo.

Ma che ricatto è? Prima se ne va a casa l’esecutivo imbelle di Casa Letta, meglio è, anche ragionando dal punto di vista dei mercati e dell’Europa. Non è nemmeno stato in grado di affrontare l’unica cosa che avrebbe dovuto fare, cioè una nuova legge elettorale decente né sarà mai in grado di farla come è ormai chiarissimo qualunque cosa dica pur di prendere tempo. La coesione sulla quale si regge è la pochissima voglia dei nominati parlamentari di rischiare la poltrona, la sua sola forza è proprio la debolezza estrema che permette alle famiglie e ai clan della classe dirigente oltre che ai potentati esterni di fare e imporre ciò che vogliono. Questo non è ricatto, è semmai una liberazione.

Certo, dal punto di vista dello spirito di casta le elezioni sono un’alea ed è per questo che diventa patetica la rituale minaccia dei parlamentari Pdl di dimettersi. Con tutta evidenza il ricatto non può essere più quello del governo “necessario”, ma sembra direttamente rivolto a Napolitano che dal 2010 è divenuto l’artefice delle reiterate salvezze berlusconiane. A questo punto se il presidente ritenesse di non potersi sottrarre alla richiesta di grazia, per ragioni che forse non scopriremo mai, meglio che riconosca il fallimento della sua azione, si dimetta e provochi con questo l’appello alle urne. Tanto a questo punto, con un Pd screditato dall’inciucio indecoroso e preda di renzismo da disperazione, ci sarà una gara tra Berlusconi vecchio e l’allievo cresciuto col metodo Montessori – Mediaset: nessuno può certo pensare che vi sia un qualche pericolo comunista, socialdemocratico e nemmeno vagamente moroteo.  La governance del Paese rimarrà appannaggio dei gruppi che l’hanno sfruttata e spremuta da trent’anni a questa parte: si tratta soltanto, come direbbe il sindaco di Firenze, di dar vita a un contest per designare il vincitore del miglior brand Italia che così si aggiudicherà un award.

Ma almeno verranno giù le ultime maschere e si potrà ricominciare a fare politica, sia pure nel disastro del Paese e nella sua perdita di sovranità.  Per questo  si dovrebbe sperare per un il minimo sindacale di dignità che Napolitano non conceda la grazia a Berlusconi, la conceda a noi, invece. Oppure si dimetta: nulla di ciò che potremmo venire a sapere sarebbe peggio di quest’ultima offesa.

 


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