Mentre la signora Marcegaglia fa discorsi a vanvera, sui sindacati che difendono ladri e fannulloni, cose insomma che non si sentono più nemmeno nei peggior bar sport di Caracas, ma che fanno parte del tratto specifico del presidente di Confindustria, a capo di un gruppo incapace di reggere la concorrenza, ma implicato in fondi neri svizzeri e in vicende opache che gli hanno fruttato una decina di indagini giudiziarie, pare che l’attrazione per la frase fatta, per la vuotaggine che sostituisce il pensiero, dilaghi.
Pazienza per Marcegaglia che freudianamente attribuisce agli altri le sue migliori caratteristiche, ma la condizione di smarrimento di questo Paese è testimoniata dalla sorprendente evasività del capo dello stato che di fronte ai fischi e alle contestazioni contro Equitalia che ha ricevuto in Sardegna, non ha saputo replicare altro che una frase insensata, tratta dal pessimo repertorio di scena della politica politicante: “Non si tratta di opporre a situazioni critiche formule ideologiche”.
Ma quali formule ideologiche, presidente. Ha capito o no che in questo Paese c’è sempre più gente che non ce la più e che viene abbandonata ai lupi da una politica inesistente e da un governo che sembra avere orecchie solo per Bruxelles e per Berlino? Le pare ideologico non arrivare alla fine del mese o vedersi espropriare per pochi soldi? Perché se questo è ideologico, allora vorremmo capire a quale ideologia appartiene lei. A quella di chi si volta dall’altra parte?
Non ne sentiamo già abbastanza di sciocchezze e di ideologismi ripetuti a raffica da ossessivi compulsivi del mercato? O quintali di supercazzole da politici che si sono sottratti alle loro responsabilità? Francamente siamo un po’ stanchi di risposte che sembrano ispirate non a spirito di servizio, ma a volumetrie alcoliche. Che almeno uno non si sottragga, anche se dai fischi.