Il peggior premier di tutti i tempi, la peggiore opposizione di sempre, il peggior presidente della storia repubblicana. Gli ultimi sette anni di vita italiana potrebbero essere condensati in queste poche parole che del resto descrivono un clima profondamente consociativo innestatosi assai prima, fin dai tempi della Bicamerale: fu proprio per permettere quel tavolo poi rovesciato da Berlusconi che si decise di ignorare l’ineleggibilità del Cavaliere in quanto titolare di concessioni statali.
Così arriviamo all’ultimo incredibile atto di cerchiobottismo di Napolitano che racchiude in sé tutte le ambiguità dell’ultimo ventennio, lo spirito di palazzo e lo spirito di casta, una sorta di condensato del fallimento politico del Paese. Non è certo una sorpresa visto che la sua elezione non fu il frutto di un compromesso, ma, come dire, quasi l’allegoria di una convergenza sostanziale sui temi di fondo: l’antico dirigente comunista, divenuto tale dopo una tardiva e sorprendente adesione al Guf , ma poi convertitosi al mercato tanto da trovare in Berlusconi il proprio editore, è divenuto il garante della consociazione. Certo ai cittadini è stato rappresentata una guerra senza quartiere tra il tycoon dei media e il centrosinistra, ma salvo che sull’Ici-Imu e altre cose minori, ciò che ha fatto l’uno non è mai stato sconfessato dall’altro.
Una situazione drammatica perché entrambi gli schieramenti rappresentavano con questo appoggiarsi l’uno al’altro in forma di scontro, l’incapacità di elaborazione politica del Paese: dopo la caduta del comunismo la sinistra si è limitata a cercare spazi di manovra negli interstizi del pensiero unico, mentre la destra ha dato un propria interpretazione patibolare del liberismo. Ed è così che entrambi si sono dedicati a seguire il main stream che profetizzava lo scasso dei diritti e la precarizzazione del lavoro, la minimizzazione dello Stato, l’aggressione del welfare già un decennio prima che arrivasse la crisi. Che del resto è la causa diretta o indiretta proprio di questa delirante visione, non il suo effetto.
Non è mai troppo tardi per avere questa illuminazione, specie ora che i catastrofici errori commessi nel passato, il livello di corruzione

Altro che dare salvacondotti a Berlusconi, come fa Napolitano che lavora per l’ennesimo governissimo sotto la sua direzione. Si dovrebbe chiudere il sipario su questa commedia divenuta l’intollerabile dramma del Paese e sulla compagnia di giro che l’ha rappresentata.




