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Napolitano, il coraggio di una scelta largamente condivisa

Creato il 22 aprile 2013 da Appnetwork

Il presidente Acli Gianni Bottalico al Consiglio Nazionale: Per il Quirinale il coraggio di una scelta largamente condivisa: ringraziamo Napolitano per aver accettato la rielezione per senso di responsabilità verso il Paese Roma, 20 aprile 2013 – “I partiti devono sentire la responsabilità per la gravità della situazione che si è venuta a creare sul voto per il Capo dello Stato”. Lo ha detto stamani al Consiglio Nazionale delle Acli il presidente nazionale Gianni Bottalico. “A questo punto – prosegue Bottalico – si impone il coraggio di una scelta la più condivisa possibile, capace di andare al di là delle convenienze di parte per sciogliere il nodo del Quirinale. Ogni altra votazione a vuoto, ogni altro giorno perso rischia di apparire come un affronto al Paese, nel quale ogni giorno c’è gente che perde il lavoro o la casa, ci sono aziende che chiudono, ci sono persone che soccombono schiacciate dalla crisi”. “Dopo quel che è successo negli ultimi due giorni”, ha aggiunto Bottalico “sembrano ridursi al minimo le speranze di poter fare l’unica cosa che i cittadini chiedono dal 26 febbraio scorso: la formazione di un governo che affronti l’emergenza economica e sociale, faccia le improrogabili riforme istituzionali prima del ritorno al voto”. Appresa la notizia della disponibilità di Napolitano al reincarico Bottalico ha dichiarato nella replica al pomeriggio: “ringraziamo Napolitano per aver accettato la rielezione per senso di responsabilità verso il Paese”. Bottalico ha anche espresso il sostegno delle Acli alla proposta lanciata da Confindustria la settimana scorsa a Torino di una alleanza fra lavoratori ed imprese, che però, “andrebbe estesa anche ad altri due soggetti fondamentali per l’economia che sono le famiglie ed il settore pubblico. Solo così questa alleanza per il lavoro, sostenuta da adeguate e coerenti politiche industriali nazionali ed europee, potrebbe avere quella capacità di mobilitare il Paese sull’urgenza di rilanciare il lavoro e di salvare quel che resta del nostro sistema produttivo”.



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