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Napolitone non sta Bonino

Creato il 09 aprile 2013 da Albertocapece

1989_1365247569Il grande inciuciatore del Quirinale non vede l’ora che si arrivi alle larghe nozze tra Pd e Berlusconi, evitando qualsiasi possibile cambiamento che non sia di pura faccia e facciata. E chissà, magari spera che la permanenza del caimano, salvato per la seconda volta, aiuti anche una prorogatio della sua presidenza alla quale aspira spasmodicamente: lo dimostra il fatto che lo neghi in ogni occasione, come se fosse plausibile e auspicabile che si rielegga un presidente quasi novantenne in un momento come questo. Del resto chi meglio di lui potrebbe garantire il compromesso e la chiusura a riccio del sistema politico visto che è stato portato sul Colle proprio per questo?

Ma si è ritrovato tra le pendenti scatole un rivale non da poco: Emma Bonino. La quale attinge il primo posto nelle classifiche on line e pare essere molto gettonata dal popolo che si autodefinisce “de sinistra”. Certo è donna e questo rappresenterebbe una sorta di cambiamento, certo è ricordata per le battaglie degli anni ’70 sull’aborto, ha professato la non violenza, ha insomma una sorta di aura che apparentemente la distingue dal ceto politicante più usurato. Ma il fatto che la sua candidatura sia sostenuta da Monti, ci dovrebbe far capire che forse qualcosa non funziona in questo quadretto. Il problema  è che la signora Bonino, laureata alla Bocconi (e te pareva) è da sempre una sostenitrice accanita dell’ultraliberismo economico.

Sarebbe eccessivo affrontare in questo contesto la mutazione del capitalismo dalla sua fase produttiva e indirizzata al rispetto delle regole a quella finanziario – edonistico in cui le libertà civili divengono il correlato oggettivo del laissez faire e soprattutto un metodo di atomizzazione della società, ma forse questo ci aiuta a capire come mai Emma Bonino, mai rimasta senza poltrona in Italia o in Europa fin dal lontanissimo 1976, sia  saltata  nel 1994 sul carro di Berlusconi e di Forza Italia cofondata da dell’Utri e Previti e perché a Palermo, sempre nel ’94 , in un comizio tenuto assieme a Silvio abbia espresso singolari tesi contro le indagini di mafia. Qualcosa che comunque le valse la nomina a commissario Europeo assieme a Monti nell’unica Commissione Ue che si sia dovuta dimettere per l’opaca gestione dei fondi, tra l’altro proprio nel settore di sua competenza.

Errori di gioventù si potrebbe dire dimenticando l’anagrafe, errori di valutazione  come a tutti accade di fare si potrebbe argomentare. Però l’alleanza con Berlusconi è durata ininterrottamente fino al 2006 e francamente 12 anni sono un po’ troppi per farsi sfuggire la natura del berlusconismo. Magari è stata la gratitudine per essere stata proposta da Silvio come candidata al Quirinale nel 99, dopo che la pacifista Bonino si era rivelata  agitprop della guerra nei Balcani, come in seguito lo sarà per le esportazioni di democrazia in Irak e l’Afganistan.  Ma bisogna capirla, l’anno prima aveva partecipato come ospite d’onore all’annuale riunione del gruppo Bilderberg. Nel 2005, approssimandosi le elezioni la Bonino fece il diavolo a quattro per essere  rimessa in lista da Silvio e non tralasciò di lodarne l’opera. Ma Berlusconi, in difficoltà, aveva bisogno di tutto l’appoggio vaticano possibile e preferì liberarsi dell’abortista Bonino, la quale passò di punto in bianco col centrosinistra, colta da improvvisi dubbi sull’opera del Cavaliere.

Non tanto forti comunque se nel 2010  il voto dei radicali in Vigilanza Rai fu decisivo per chiudere i talk e abolire l’informazione tv prima delle elezioni, appoggiando così la campagna berlusconiana contro Santoro e Anno Zero. Le sue più recenti uscite sono state a favore della  a favore della Tav e, sorprendentemente contro i matrimoni gay, proprio contro quelle libertà civili che la distinguevano dalla destra baciapile per vocazione o per interesse ( “Io per esempio sono: per coppie sì, matrimonio no”).

Come si vede un bel competitor di inciuci per Napolitano e un personaggio sul quale l’Europa dell’austerità e dei massacri sociali potrà contare a occhi chiusi. E del resto siccome anche gli italiani non è che li abbiano proprio spalancati, il cambiamento che avremo è proprio quello che ci meritiamo.


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