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Narrazione in prima persona: intima o claustrofobica?

Da Anima Di Carta
Narrazione in prima persona: intima o claustrofobica? Ultimamente mi è capitato di sbirciare molte anteprime di romanzi su Amazon per farmi un'idea di ciò che circola e sono rimasta colpita dall'enorme numero di incipit in prima persona. Non so se questo abbia a che fare con una mania degli scrittori esordienti, con una moda o cos'altro. Fatto è che mi accorgo di essere un po' prevenuta nei confronti di storie scritte interamente così.
In realtà ho letto bellissimi romanzi che ne fanno uso, ma se ci ragiono su mi rendo conto che si è sempre trattato di storie che non potevano essere narrate con punti di vista diversi, a meno di perdere addirittura di senso.
Spesso si parla dei limiti di questa focalizzazione dal punto di vista dello scrittore, ma in quanto lettori come la viviamo?
Io non ho molte vie di mezzo: o resto totalmente affascinata dalle storie scritte in prima persona, o le trovo fin da subito oppressive. Nel primo caso, ad avere la meglio è l'intimità che l'autore riesce a creare tra me e il protagonista, nel secondo vincono questi fattori:

 1) Identificazione forzata


Quando uno scrittore narra usando la prima persona ti costringe fin da subito a calarti nei panni del protagonista, una cosa che a me appare un po' forzata. Non è detto infatti che io abbia voglia di identificarmi con lui/lei; questo può succedere nel corso della storia, ma preferisco che accada gradualmente, per un processo spontaneo piuttosto che sentirmi obbligata fin dalle prime righe a guardare con gli occhi di una specifica persona. Trovo che una scelta così radicale sia anche rischiosa, perché il personaggio può piacere o non piacere. In quest'ultimo caso, se la distanza è brevissima, il fastidio cresce.

2) Pesantezza psicologica


Io amo molto entrare nella psicologia dei personaggi, conoscere ogni loro emozione, apprezzo molto quando un autore è capace di scavare a fondo. Tuttavia, trovo un po' oppressivo penetrare nelle emozioni e nei pensieri di un unico personaggio (cosa che non accade con l'uso della terza persona multipla). Mi sembra che questo implichi una certa pesantezza, soprattutto se la storia non è brillante, ma tende a analizzare situazioni difficili, dolorose. Dopo un po' che leggo ho l'impressione di voler scappare, come se una persona mi stesse raccontando la storia della sua vita da ore e io non ne potessi più di starla ad ascoltare.

3) Senso di claustrofobia 


Conoscere altre prospettive è sempre stimolante: come viene vista una stessa situazione dai vari personaggi che la vivono? La prima persona ti toglie questa possibilità, ti obbliga non solo a guardare sempre con gli stessi occhi parziali o soggettivi, ma anche a percorrere un'unica linea narrativa, quella relativa all'unico narratore, a meno che chi racconta non sia molto abile a introdurre anche storielle secondarie. E questo io lo trovo un po' angusto.

4) Nessun “dietro le quinte”


Con il protagonista che narra in prima persona per tutto il tempo, manca totalmente la suspense che deriva dal venire a sapere fatti di cui lui stesso non è a conoscenza. Non so cosa sta succedendo nel frattempo; e se questo da una parte può generare tensione, dall'altra mi impedisce di guardare le cose “dall'alto” come vorrei. Devo fidarmi di ciò che vede e percepisce chi narra, e il rischio di essere ingannata mi piace poco...

5) Mancanza di sfumature


Vivere una storia con una coscienza unica ha anche lo svantaggio di non trovare quelle sfumature che invece colorano un racconto più sfaccettato. Certo, se la pensiamo proprio come il protagonista narrante, il problema non esiste. Ma se non fosse così? Se lui/lei avesse idee diverse dalle nostre, se avesse un approccio alla vita contrario al nostro, non vorremmo un maggior distacco?
Insomma, di norma preferisco la narrazione in terza persona, possibilmente multipla. Eppure, ho appena iniziato a scrivere un nuovo romanzo in prima persona, andando contro tutto quello che ho appena detto.
Erano giorni che cercavo un incipit che mi soddisfacesse e alla fine la scelta è caduta sulla prospettiva di totale identificazione con il personaggio principale. Sono piena di dubbi, proprio per le ragioni che ho esposto in questo post, tuttavia proverò a seguire questa strada per vedere dove mi porta.
E voi come vi ponete nei confronti della prima persona in quanto lettori?

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