Naruto Shippuden è una serie manga che difficilmente mi delude, o manca di impressionare, grazie soprattutto a un indiscutibile dose di originalità e carisma, nonché a costanti iniezioni di pathos e acuta drammaticità, che rendono profonda e intensa una storyline ampia, corale, ma soprattutto solida e ben strutturata.
Questo numero 53 ne è un bellissimo esempio, riuscendo a essere a tratti anche commovente, nel raccontare la tragica fine di Minato e Kushina, padre e madre di Naruto. La considerazione, tipicamente giapponese, che il ruolo sociale, l’impegno per un bene comune, debbano venire prima delle necessità personali (individuali, famigliari), è la chiave interpretativa del comportamento del quarto Hokage Minato Namikaze, che, attraverso il sacrificio della propria famiglia (imposto anche al neonato Naruto), riesce a ottenere le condizioni più favorevoli possibili per il bene di Konoha.
Ma nonostante questa lettura razionale, quasi meccanicistica, il volume 53 trabocca di sentimenti ed emozioni, sia per lo scontro tra Naruto e la volpe, aiutato da Killer Bee, ma soprattutto per il commovente incontro di Naruto con sua mamma, la narratrice degli avvenimenti passati, decisamente fondamentali per lo sviluppo di tutta la serie, grazie ai quali si capisce ancor di più l’ordito di Madara Uchiha per la distruzione del mondo ninja.

