Nasce l’Asilo per
Papà, Mamme e Nonni dove..
i bambini insegnano!
L’Asilo è il luogo in cui affidiamo i nostri bambini alle cure di altri, mentre lavoriamo, e attenuiamo il nostro senso di colpa dicendoci:
“mi spiace,
ma qui impara a relazionarsi con altri bambini”.
Nella quotidianità, usiamo lo schermo PC o TV come baby-sitter o “li accompagniamo” al parco giochi o dagli amichetti, impegniamo il loro tempo con varie attività sportive e non.
Siamo proprio certi di dare loro l'attenzione che meritano?
scrive un bambino:
Caro Babbo Natale,
oggi ti chiedo qualcosa di speciale...
fammi diventare un televisore.
Vorrei vivere come la tele di casa mia.
Vorrei avere una stanza speciale in cui riunire tutti i membri della mia famiglia attorno a me.
Essere preso sul serio quando parlo e diventare il centro dell'attenzione,
che tutti ascoltano senza interrompere o fare storie.
Vorrei sentire l'attenzione speciale che riceve la tele quando non funziona.
Avere la compagnia di mio papà quando torno a casa, anche se è stanco per il lavoro.
Che mia mamma mi cerchi quando è sola e annoiata, invece di ignorarmi
Che i miei fratelli litighino per avere la mia compagnia
E che possa divertire tutti quanti, anche se la maggior parte delle volte non dirò niente di importante.
Vorrei vivere la sensazione che lascino perdere tutto per passare qualche momento assieme a me.
Babbo Natale,
non ti chiedo molto..
solo di vivere come vive un qualunque televisore.
Arriva l’estate e magari ci attiviamo per trovare una struttura che abbia anche un baby club o che possa offrire delle attività ricreative per bambini in modo da poterci ritagliare finalmente, i nostri "meritati" momenti di riposo e generalmente diciamo: "porto i bambini in vacanza"
Poi in vacanza, a pranzo o a cena le conversazione sono del tipo:
"Cosa avete fatto oggi ragazzi? Cosa mi raccontate di bello?
Insomma, ancora non ho capito bene dove siete stati e cosa avete combinato in tutto questo tempo che non ci siamo visti…"
"Papà basta domande! Vogliamo mangiare!? E se vieni con noi, poi sai tutto. Ok?"
(risposta vera di un bambino di 5 anni)
Raramente usciamo dal ruolo di “educatori adulti esperti” per metterci nelle condizioni di capire le loro emozioni.
scrive un bambino:
Io non capisco i grandi.
Perché coprono la luce del sole, tolgono i fiori dalle piante per lasciarli marcire in un vaso e chiudono in gabbia gli uccellini?Perché hanno dipinto ogni cosa di grigio e hanno riempito il cielo di antenne e ciminiere?
Io non capisco i grandi.
Perché si credono importanti per il solo fatto di essere grandi? Perché non mi lasciano camminare scalzo né sguazzare sotto la pioggia? Perché mi comprano giocattoli e poi non vogliono che gli usi perché si rompono?
Io non capisco i grandi.
Perché hanno messo un nome difficile alle cose semplici? Perché litigano e passano la vita a discutere? Perché vogliono lavori importanti e poi passano il tempo seduti su una sedia?
Io non capisco i grandi.
Perché vogliono che mangi a orario fisso e non quando ho fame? Perché quando faccio delle domande non mi rispondono perché sono troppo piccolo e quando voglio il lecca lecca mi dicono che sono troppo grande? Perché dicono bugie senza crederci e, ogni volta che mentono, lo sento e soffro molto? Perché mi chiedono di essere buono e mi regalano pistole, frecce e fucili per giocare? Perché hanno riempito la casa di cristalli, porcellane e cose che si rompono, e io non posso toccare quello che vedo?Perché hanno perso la voglia di correre e di saltare? Perché si sono dimenticati delle cose che da bambini amavano tanto? Perché prima di divertirsi chiedono il permesso all'orologio?
Io non li capisco i grandi.
Perché quando faccio qualcosa di male, mi dicono "non ti voglio più bene" e così ho paura che smettano di volermi bene sul serio?
Per favore, papà, mamma, capitemi.
Le mie mani sono piccole e per questo lascio cadere il bicchiere senza volerlo.
Le mie gambe sono corte, per favore aspettatemi e rallentate il passo, così posso camminare accanto a voi.
Non picchiatemi sulle mani quando tocco qualcosa di bello e dai colori brillanti. Voglio solo conoscere!
Per favore, guardami quando ti parlo, così saprò che mi stai ascoltando.
Non mi sgridare tutto il giorno. Lascia che faccia i miei sbagli, senza farmi sentire stupido.
Ricordati che non sono un adulto, sono un bambino e ...
A volte non capisco quello che dici ...
Ti voglio tanto bene.
Per favore, amami per quello che sono e non per le cose che faccio.
Non è facile immaginare un luogo dove noi adulti “impariamo a relazionarci” con i figli e dove diamo loro l’importanza che meritano. Nessuno ci ha educato a questo.
Regaliamoci una settimana per imparare il “loro” linguaggio, per ascoltare e per comprendere i loro veri bisogni, per osservarli ed entrare nel loro mondo fantastico. Impariamo da loro a vivere nel “qui ed ora” per godere entrambi, della felicità dell’ “ESSERE INSIEME”.
Una settimana per diventare “il loro giocattolo” preferito, perché.. sentirsi “usati” non è mai stato così piacevole!
Pensa che bello E'..
Giocare e imparare insieme, riscoprire ogni giorno la bellezza della vita, ldella NATURA, 'importanza dello scambio di affetto e fiducia.. e così, ritornare anche noi un po' bambini per crescere INSIEME e ri-scoprire quei "meritati" momenti magici, vissuti di vere EMOZIONI.
Finalmente.. La settimana di vacanza consapevole
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