Negli ultimi tempi abbiamo spesso sentire parlare dell’India nell’ambito delle violenze subite dalle donne in varie parti del Paese ma pare che ora le donne indiane abbiano deciso di riunirsi e creare dei gruppi per difendersi in modo autonomo dai soprusi maschili.
Questo gruppo è nato durante i primi mesi del 2013 a Lucknow, capoluogo dell’omonimo distretto nello Stato federato dell’Uttar Pradesh, situato nel nord-est dell’India.
Il gruppo di donne si occupa di organizzare vere e proprie ronde nel territorio da loro abitato e quando si trovano davanti ad un tentativo di violenza ed al relativo stupratore, questo viene punito con pene corporali: immediatamente l’uomo viene circondato dalle donne della brigata che lo sollevano da terra ed una volta mostrato alla gente viene riportato giù e di frequente questo viene preso a pugni da coloro che si trovano nel luogo in quel momento.
Ma la brutta esperienza non venne certamente dimenticata e seppur tentò di denunciare l’accaduto all’interno della scuola Usha non venne creduta e ricevette il consiglio di tenere la bocca chiusa per non creare ulteriori problemi. Ma l’insegnate non volle lasciar perdere e decise così di costruire una sua scuola nel giardino di casa sua e qui venne a conoscenza del fatto che non era chiaramente l’unica donna ad aver avuto esperienze di questo genere.
E per questo motivo il 29 di ogni mese le ragazze della brigata manifestano per la strada in ricordo della povera ragazza morta meno di un anno fa.
La Red Brigade aumenta il suo numero di componenti di giorno in giorno e si comincia a parlarne in ogni parte del mondo. Persino dall’Australia sono giunti fino a Lucknow per girare un documentario sulle coraggiose ragazze indiane.
Le proteste delle brigata si diffondo in un’India in cui le donne rivendicano sempre di più i loro diritti e la loro indipendenza.
La speranza è che sempre più donne decidano di entrare a far parte di questo gruppo e che anche in altre parti del mondo prendano esempio da loro e che le violenze sulle donne possano finalmente cessare.
Written by Rebecca Mais