Come dicevo nel post precendente, un argomento che riguarda la mia bambina di cui scriverò spesso sul blog, è il suo sviluppo linguistico. Per le sue prime parole c'è ancora da aspettare un bel po', ma lei in realtà sta assorbendo le lingue già adesso, ascoltando. Come sapete, io non sono bilingue dalla nascita. Sono una cosiddetta "bilingue tardiva", perciò non so com'è crescere in una famiglia bilingue. E mentre finora con una persona parlavo in una o l'altra delle mie lingue, adesso è arrivato un esserino con cui posso decidere liberamente quale lingua usare. E' una situazione nuova per me, da imparare a gestire, e comincio a ragionarci solo adesso. Intanto volevo condividere con voi i primi pensieri e dubbi, e se avete qualche buon consiglio da darmi sono tutt'orecchi.
Nei primi due mesi di vita di Anna ho usato le mie lingue con lei un po' a caso. Poi ho cominciato a capire quale sistema potrebbe funzionare meglio per noi. Ho capito per esempio che il metodo OPOL (One Parent One Language) per me è impraticabile. Gabriele non capisce l'ungherese (a parte qualche parola), e per me non è immaginabile escluderlo dai discorsi quando parlo con Anna. Mi mette proprio in imbarazzo parlarle in ungherese quando c'è anche lui. Lo parlo invece volentieri quando siamo solo io e lei, o se il babbo è fuori dalla portata sonora. Ma pure quando siamo solo io e lei a volte le dico qualcosa in italiano, accidentalmente. So che non devo farlo, perché così la confondo. Ci vorrà un po' di impegno e accortezza perché il bi- o trilinguismo possa funzionare. Non pretendo che lei parli l'ungherese a livello di madrelingua. Basta che possa capire e farsi capire, e si possa godere appieno i soggiorni in Ungheria e i rapporti con i parenti e amici ungheresi.
Se saremo ancora in Svezia quando lei comincierà la scuola, probabilmente lo svedese diventerà la sua prima lingua. Mi fa ancora senso pensarci, ma così è. In ogni caso sarà interessante e probabilmente divertente osservare il suo sviluppo linguistico. Chissà per esempio con che accento parlerà l'italiano. Probabilmente parlerà con un po' di accento pisano e userà molte espressioni toscane che imparerà dalla parte italiana della famiglia.
Ma svedese, italiano e ungherese non saranno le uniche lingue che Anna sentirà spesso. C'è anche l'inglese, onnipresente nella vita quotidiana. Oltre alla televisione e alla musica, pure noi lo usiamo ognitanto. Con amici e colleghi stranieri (che non sono né svedesi, né italiani) per esempio. E pure in famiglia. L'inglese è la lingua di comunicazione tra Gabriele e i miei parenti e amici ungheresi. Per non parlare del tedesco che noi non parliamo, ma lo parla mia mamma col suo compagno (lui austriaco). Insomma, c'è da mettere le mani nei capelli a volte, e vedremo come le gestirà le situazioni la piccola. Io spero che sia arrivata una nuova interprete in famiglia che quando sarà un po' più grandicella mi darà una mano a gestire questa torre di Babele. (Per ora in famiglia sono l'unica che parla sia l'ungherese che l'italiano.)
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