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Nascita

Da Marlenetrn
Nascita
Lui sta lì in piedi appiccicato alla parete con i palmi delle mano ben aperti. Non sono palmi, sono ventose, sono il suo unico confine tra il camminare ed il gattonare. Appena avrà il coraggio di staccare contemporaneamente quei palmi dal muro, lo vedremo sgambettare allegro in ogni dove. Lui gattona veloce, raggiunge tutto quello che vuole, senza fatica e in perfetta autonomia. Ha scoperto i cassetti della cucina e che oltre il corridoio c'è un mondo di stanze da scoprire.Lui ha quasi 11 mesi e 8 denti, è stato in Austria, in Spagna e ha preso l'aereo. Lui è il Pupo e tra poco più di un mese compie un anno.
In 5anni di blog quello di cui non ho mai parlato è il parto. Non vi ho mai raccontato di come sono venuti alla luce i miei figli e ora mentre guardo il pupo buttarmi giù con metodo e dovizia tutte le riviste che ci sono nel porto giornale, penso che un hanno fa ero su questo stesso divano e lui era nella mia pancia.
Poi è nato.La princi è nata con una settimana di anticipo rispetto alla data presunta e a dire di molti, con il pupo sarebbe andata uguale, anzi, forse avrebbe anticipato ancora. Fu così che dal primo settembre comincia a preoccuparmi sul perchè la pancia cresceva ma lui non voleva nascere. La data presunta del pupo era il 21settembre. Il pupo è nato il 21 settembre.
Comincia ad avvertire i primi dolori la sera del 20. Faceva molto caldo e non riuscivo a stare a letto. Credetti di aver avuto una cattiva digestione e infatti ebbi conati di vomito e frequenti attacchi di diarrea. Con lo stimolo di correre in bagno poco dopo l'una di notte inizio a sentire le contrazioni, dapprima lievi, simili a quelle del ciclo, man mano sempre più forti. Comincia a camminare su e giu per il corridoio, non avvertii nessuno, volevo gestirmela da sola. Respiravo e cercavo di rimanere calma e razionale, quando sentivo la contrazione arrivare, mi fermavo, inspiravo profondamente e poi lasciavo uscire l'aria insieme al dolore. 
Stretto in una mano avevo l'iphone con l'app di IMamma che mi è stata utilissima per tutti i nove mesi. Tenevo traccia delle contrazione e con il cronometro ne misuravo la durata. Intorno alle 3:00 le contrazioni cominciavano ad estendersi su tutta la schiena e controllare il dolore cominciava ed essere difficile, ma erano ancora troppo brevi per essere allarmanti e per di piu anche discontinue. 
Riempii la vasca da bagno di acqua tiepida e mi immersi dentro, per un tratto mi venne quasi sonno, ero riuscita a rilassarmi, poi però le contrazioni sono ricominciate, questa volta piu lunghe e scadenzate ogni 7 minuti. Asciugata e rinfrescata decido che è il caso di vestirmi. Faccio attenzione a non svegliare nessuno mi preparo e aspetto. Aspetto fino alle 5:00 quando le contrazioni si presentano ogni 4 minuti e non riesco a muovermi, paralizzata dal dolore. Chiamo il Socio e gli dico che è il caso di andare in ospedale. 
Avvolgiamo la Princi in un lenzuolo e scendiamo di casa. Lei con molta naturalezza, abituata alle nostre partenze improvvise, apre un poco gli occhi e dice "che stiamo partendo per un viaggio?"mi scappa da ridere ma il dolore mi taglia a metà il sorriso che non faccio in tempo a risponde. Le avrei detto che si stavamo partendo per un nuovo lungo viaggio quello di una nuova vita di un fratellino, un viaggio lungo una vita.
Arriviamo in ospedale alle 07:00 mi visitano è sono di 4cm, mi portano in sala travaglio e mi affidano a Marisa, la stessa ostetrica che ha fatto nascere la Princi 4 anni prima. Sono distesa sul letto e ricordo i raggi del sole che filtrano dalle persiane socchiuse della stanza d'ospedale, ricordo che avevo freddo e tremavo mentre tutti intorno erano in maniche di camicia. Ricordo le coperte di lana pesante. Tra una contrazione e l'altra mi addormento e mi dicono che è una cosa buona, cerco di restare razionale di controllare quello che sta succedendo di guidare il mio corpo, ma più i minuti passano e più sento la natura animale che si impossessa di me. Vorrei non lamentarmi ma i picchi delle contrazioni così alti che mi afferro al letto e punto forte i piedi per sopportarli ma non ce la faccio e allora mi viene un po' da pingere. Rifiuto la flebo. 
Decido che è meglio alzarmi così posso dare sollievo alla schiena che mi sembra un piatto di vetro che ogni volta va in frantumi, penso anche che così posso aiutare il pupo a scendere meglio grazie alla forza di gravità. Mi si rompono le acque. Comincio a perdere sangue.
L'ostetrica mi visita e dice che ci siamo. All'improvviso sento un dolore lancinante, non è la solita contrazione è come se si fosse aperta una porta tra le mie gambe. Devo spostarmi dal letto alla sedia da parto ma non riesco a stare in piedi, non mi sento le gambe e nemmeno i piedi. Allora Marisa mi carica sulla schiena e mi ci trascina sopra. Ricordo che faccio appena in tempo a sistemarmi che quel dolore mi investe di nuovo, più intenso e che in qualche modo devo cacciarlo via, insieme al fiato, insieme alla stanchezza. Sono in uno stato di torpore, sono sveglia ma un pò è come se dormissi, ascolto l'ostetrica e non appena quel dolore arriva di nuovo, tagliente e profondo, spingo, spingo forte, con i denti con la testa, con tutto il corpo. Il pupo è nato.
L'ho sentito scivolare via, liscio, umido, caldo. L'ho sentito urlare, forte, squillante, quasi arrabbiato.Poi l'ho guardato dritto in faccia, il suo odore umido, gli occhietti chiusi chiusi. 
Mi abbandono con il capo all'indietro e tiro un respiro profondo. Mi sento come una coperta di serenità salirmi dalla punta dei piedi fino al capo. Mi scappa da ridire.
Mi scappa da ridere ora mentre lo guardo che cerca di addentare un palloncino rosso, che però gli scappa di continuo e penso che potrebbe scoppiargli tra i dentini e che potrebbe spaventarsi e pingere, ma mi scappa da ridere.

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