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Nascita e morte di una tempesta: l'incredibile evento osservato dalla sonda Cassini

Creato il 01 febbraio 2013 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

La tempesta su Saturno: evoluzione

Credit: NASA/JPL-Caltech/SSI/Hampton University

La sonda della NASA Cassini ha avuto l'occasione di osservare l'evolversi di una tempesta gigante su Saturno, uno spettacolo unico nel suo genere.

La sequenza di immagini mostra come la tempesta abbia avvolto tutto il pianeta fino a disperdersi nel momento in cui ha raggiunto la sua coda.

L'immagine in alto è stata scattata il 22 gennaio 2011, poco dopo l'inizio della tempesta e mostra il suo nuclueo luminoso, poco prima del vortice a 40.000 chilometri. Nel mosaico successivo del 5 maggio 2011, il capo della tempesta ha viaggiato per tutto il pianeta, iniziando ad avvicinare al vortice verso est. Il corpo della tempesta si estendeva per 224.000 chilometri e la testa era di circa 82.000 chilometri. Con la terza immagine, scattata il 14 giugno 2011, il capo della tempesta aveva praticamente fatto il giro di Saturno, per circa 292.000 chilometri e stava per raggiungere il vortice di coda, separati solo da 14.000 chilometri. L'ultima immagine del 12 agosto 2011, mostra come la tempesta sia svanita una volta che testa e vortice finale sono entrati in contatto. In questo ultimo scatto rimane visibile solo il vortice metre mon c'è più nessuna traccia della nube luminosa.

Tempesta su Saturno: evoluzione del vortice

Credit: NASA/JPL-Caltech/SSI/Hampton University

Il vortice, ruotando in senso orario, si è scorporato dal nucleo luminoso dalla tempesta madre poco dopo i tuoni e fulmini del 2010.

Già a gennaio 2011, questo era il più grande vortice mai osservato nella troposfera di Saturno: misurava fino a 12.000 chilometri di diametro, paragonabile per dimensione alla tempesta gigante di Giove Oval BA, conosciuta come la Piccola Macchia Rossa. Ma le tempeste di Giove sono famose per la loro stabilità e longevità: Oval BA iniziò a formarsi nel 1930 mentre la famosa Grande Macchia Rossa imperversa dal 1879 ma più probabilmente già dal 1664.
Giove e Saturno, pur essendo simili sotto diversi aspetti, sembrano invece avere comportamenti atmosferici diversi: il motivo per sui su Giove gli eventi sono di così lunga durata, rimane un mistero.

E' la prima volta che gli scienziati hanno avuto la possibilità di osservare la formazione e il consumarsi di una tempesta di questo tipo nel nostro Sistema Solare.

"Questa grande tempesta si comportava come un uragano terrestre, ma con il tocco unico di Saturno", ha detto Andrew Ingersoll del team delle immagini della Cassini al California Institute of Technology, Pasadena.
"Anche le tempeste giganti su Giove non si consumano come questa, il che dimostra che la natura può giocare molti imponenti variazioni a tema e ci sorprende ancora e ancor di più."

Gli uragani terrestri traggono energia dalla temperatura dell'acqua e anche questa tempesta gigante su Saturno sembra aver preso vigore da correnti di aria calda.

E' stata rilevata la prima volta il 5 dicembre 2010, intorno a 33 gradi di latitudine nord. Poco dopo ha iniziato a muoversi verso ovest, avvolgendo in pochi mesi, tutto il pianeta a quella latitudine, estendendosi fino a 300.000 chilometri, con tanto di tuoni e fulmini.
Le tempeste terrestri non sono mai riuscite ad incontrare la loro scia perché interrotte da elementi topografici come le montagne. Ma Saturno non ha nulla che possa far da barriera, così la testa della tempesta è riuscita ad avvolgere il pianeta fino alla coda nel 2011. Nel momento dell'incontro / scontro, il nucleo ha perso di intensità e la tempesta si è dispersa.

Il motivo per cui l'incontro tra il nucleo e la coda ha portato alla fine della tempesta è ancora un mistero!

Il 28 agosto, dopo 267 giorni, la tempesta si era praticamente esaurita e solo qualche effetto residuo veniva ancora rilevato dalla Cassini nei livelli più alti dell'atmosfera del pianeta, la troposfera.

"La tempesta di tuoni e fulmini su Saturno era una bestia", così la definisce Kunio Sayanagi, del Hampton University in Virginia, autore principale dello studio.
"La sua corrente ascensionale esplodeva con una intensità che avrebbe risucchiato l'intero volume dell'atmosfera terrestre in 150 giorni"


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